venerdì 31 gennaio 2014

CONTRIBUTO DI “SINISTRA UNITA- Area di Progresso e Civiltà” e dell' Mov. RadicalSocialista Lodigiano ALL'ASSEMBLEA “ DECIDI TU” MILANO 30-01.2014




Compagne, Compagni

Tutti quelli che sono qui, e tutti quelli che leggerranno questo nostro contributo, quelli che oggi si pongono il problema di un soggetto ampio di rappresentanza alle elezioni europee … hanno superato, almeno in teoria, la retorica dell'Esigenza della Partecipazione.
Per ora non stiamo ancora parlando alla gente , come dovremmo, ma stiamo discutendone fra di noi.
Quindi, almeno fra di noi, dovremmo avere il coraggio di dare un nome alle ragioni che ci hanno portati qui, frantumati, divisi, ininfluenti,… scarsamente rappresentativi.
Dovremmo avere, finalmente, la capacità di porle al centro della nostra autorcritica e della nostra progettualità futura.
Dovremmo anche, per altro, rendere pubblico questo nostro ripensamento, per il diritto che hanno i molti a sapere che sta succedendo … dopo anni di vane speranze.
E noi lo faremo … inizieremo a farlo , da questo intervento, che pubblicheremo , come Movimento SINISTRA UNITA – AreA di Progresso e Civiltà dovunque potremo.
Salutiamo con gioia questa confluenza di tutto il “pensiero” di quella che definimmo “Sinistra Radicale” verso la figura di Tsipras come presidente della Commissione Europea.
È un avvenimento importante, anche se un poco “obbligato” dalle circostanze, ma nonostante ciò fondamentale nella storia, breve purtroppo, della Sinistra Europea.
Però, pur rendendoci conto di dare un mucchio di cose per scontate, vorremo parlare dell'occasione che questa lista ci regala. Questa sua caratteristica da molti ritenuta secondaria, quasi conseguenziale, persino “forzata” rispetto alla sua “funzionalità” è per noi centrale, fondamentale è il senso ultimo della mission che ci siamo prefissi come movimento.
Chiarisce con il semplice gesto dell'esistere e del divenire, qualsiasi confusione sia sin qui stata possibile sulle confluenze e sulle alleanze verso le ipotesi collaborazioniste e centriste del PD italiano e del PSE a livello Europeo.
Fa giustizia delle “sospette” complicità con la gestione della Troika e di qualsiasi “Europeismo Facilone”.
La chiarezza degli intenti, la volontà di ridiscutere i trattati, l'anelito di democrazia … l'anti-capitalismo, finalmente chiaramente palesato.
La promessa forte e molto sincera di combattere le torie omicide dell'Austerità sono il suo biglietto da visita più importante, unificante e finalmente chiarificante del campo in cui si pone e si deve porre una “Sinistra Europea”.
Ma esiste un implicito un sottinteso, insito nella natura stessa di Alexis Tsipras, nel progetto vincente di Syriza. Nell'idea che pur partita da Sinistra europea diviene poi condivisa di indicarlo come “Candidato Presidente”.
Lui uomo del Sud, lui rappresentante come pochi altri di quei P.I.G.S, che sono stati inventati per prostrare ed umiliare le economie di interi paesi, lui negazione simbolica assoluta dell'Europa della Finanza omicida e delle banche. Ma ancora meglio lui, risultato simbolico della confluenza politica Greca di aree diverse fra loro, ma simili nelle intenzioni, nelle premesse, nelle “prime, fondamentali motivazioni”. Noi crediamo che questo sottinteso debba divenire , tendenzialemte il portato qualificante di questa esperienza.
La sinistra o quella che chiamammo tale accetti la sfida a divenire AreA di Progresso e Civiltà. Sgombri il campo dalle polemiche sterili ed un poco grottesche, sicuramente vetuste e sempre meno comprensibili sul colore delle mutande di Stalin, rifiuti la polemica arida ed inutile degli slogan scioglilingua senza senso, per farsi progetto e visione futura di “Mondo Possibile”.
Perché è questa, e lo sappiamo tutti benissimo, l'unica possibilità per il nostro paese e per l'intera Unione.
I documenti Europei parlano chiarissimo, promettendoci i prossimi dieci anni di “sudore e sangue” con un restringimento, ulteriore ed epocale, dell'occupazione, con un abbassamento sensibilissimo della nostra produttività … ed il permanere ad oltranza delle politiche di “austerità” (conditio sine qua...) altro che fantomatiche ed illusorie uscite dalla crisi e canzoni calmanti su futuri di crescita.
Il capitalismo elitario, quello degli 85 padroni del mondo sta “ristrutturando i suoi appartamenti” per prepararsi all'inverno e per uscire dal grande fraddo con le proprie energie intatte addirittura rinnovate... magari persino consolidate, progettano un Medio Evo Tecnologico che affermi in modo definitivo l'imperio assoluto delle “Famiglie Dominanti”
Quello che sto dicendo è noto a tutti, mi trovo in consesso di gente avvezza ad analizzare la società, non dico, certamente alcunché che vi colga di sbilanciati, che causi in voi emozione o sorpresa.
Eppure dovrebbe in qualche modo, perché in ogni occasione come questa vi è racchiuso l'embrione di un vero reale rinnovamento, la chiave per l'ininizio di un cammino unitario che ci porti sull'onda di un cambiamento reale.
Ne ho visti altri nei miei quarant'anni di attenzione ai movimenti di momenti come questo, quasi tutti vanificati e operduti … non perdiamo anche questo, non lasciamo sfumare anche quest'occasione.
Parlo con voi, con ognuno di voi direttamente, perché questo treno potrà essere preso solo se si esprimeranno le volontà che derivano direttamente dalle ragioni per cui siamo qui e che sono simili se non identiche per tutti noi … non è un arzigogolo, non è un allelujatico alla Dario Fo.
È semplicemente la realtà … se questo immenso arcipelago deciderà diventare un'AreA di Progresso e Civiltà dipenderà unicamente da coloro che lo abitano, dalle loro volontà, non certo dalle vetuste strutture che lo organizzano che hanno già fallito tutto il fallibile, consegnado le nostre ceneri al ludibrio dei Renzi e dei Grillo.
Ci sembra quindi superflluo affermare che la lista della sinistra in appoggio a Tsipras debba essere UNA e COSTRUITA DAL BASSO. POSSIBILMENTE REALIZZATA CON I MEZZI DELLA DEMOCRAZIA PARTECIPATA. CIRCOLARE ED ORIZZANTALE. TRASPARENTE E VERIFICABILE IN OGNI MOMENTO ATTRAVERO IL CONTROLLO DEMOCRATICO DIFFUSO. ANCHE ATTRAVERSO CONSULTAZIONI DEL POPOLO DELLA SINISTRA.
Così come ci appare superfluo affermare, in piena sintonia, con una sua affermazione recente la necessità di fare un passo indietro per farne molti in avanti e ci sono molti, che a nostro umilissimo e scarsamente influente parere si debbono interrogare se sia proprio a loro che questa perorazione sia rivolta.
Lo facciamo comunque per stigmatizzare la nostra adesione a questo percorso ed il nostro impegno a renderlo un primo passo verso un progetto di visione più ampio e duraturo.
Dando la nostra piena disponibilità ed esprimendo la nostra volontà a realizzarlo non solo parole ma vivificandolo e verificandolo nei territori … nelle realtà locali, laddove tutto nasce e tutto si realizza davvero.
Noi porremo al centro l'unità, come valore fondamentale, come volano indispensabile.
Siamo pochi, forse, ma molti di più di quelli che pensate e ci sono moltissimi al di fuori di questo “ambito” che aspettano solo un cenno per ricominciare ad ascoltare.
Quello che rappresentiamo è un popolo enorme che vuole un'onda di cambiamento e non vuote chiacchiere ed eterne polemiche.
A noi non interessano affatto poltone e riconoscimenti, ci interessano, per contro risultati e modificazioni.
Ci interessa davvero e soltanto Un'Area di Progresso e Civiltà che sappia parlare alla mente, al cuore ed all'anima delle persone e convincerle cheUn Altro Mondo è Possibile! Anzi Auspicabile e Necessario” … che una Civiltà a Misura di Pianeta è la risposta.
Che un nuovo modo di vedere le cose una nuova filosofia ed una conseguente nuova spiritualità non sono mene utopistiche di pensatori drogati ed annoiati ma l'unica strada per la salvezza dell'intera umanità.
Che queste parole non sono vane e vuote affermazioni di principio, ma che divengono impegno reale e concretizzazione pratica proprio a partire da questo percorso … da questo primo passo.

Giandiego Marigo per:
SINISTRA UNITA – AreA di Progresso e Civiltà (Lombardia)
Movimento RadicalSocialista- Lodigiano



giovedì 30 gennaio 2014

Il colpo di Stato dell'Italicum

L'accordo Renzi-Berlusconi visto da Luca Peruzzi

di Maurizio Zaffarano

Secondo il filosofo Diego Fusaro l'antiberlusconismo è stato il grande inganno e la grande mistificazione ideologica con cui la “Sinistra” (in realtà bisognerebbe dire il partito – PDS-DS-PD – principale erede del PCI e che proprio nella sua involuzione ha tradito tutti i valori della Sinistra) ha fatto accettare il liberismo capitalista, sotto l'ombrello del tutti contro il padrone di Mediaset. A distanza di vent'anni dalla discesa in campo berlusconiana ci ritroviamo in piena dittatura del pensiero unico liberista e con Berlusconi nuovamente sdoganato, nonostante condanne e inchieste penali, quale novello padre della patria e costituente.
Leggi Italicum, il progetto di legge elettorale e di modifica costituzionale frutto dell'accordo tra Renzi e Berlusconi (e per questo definito anche il Renzusconi o il Pregiudicatellum), e ti viene in mente, per una tragica associazionedi idee suscitata dall'assonanza dei termini, l'Italicus, il treno di una delle tante stragi fasciste, nel 1974 in piena epoca piduista.
D'altro canto dici Italicum e non puoi non pensare alla massoneria. Matteo Renzi è nato in Toscana, terra di antiche tradizioni massoniche, alcuni affermano sia figlio di un massone ed egli stesso è indicato da Gioele Magaldi del Grande Oriente Democratico quale aspirante massone, toscano e più volte accusato di essere massone è anche Denis Verdini colui che per conto di Forza Italia ha condotto la trattativa con la segreteria del PD, di Berlusconi ovviamente non si può non ricordare la tessera n. 1816 della loggia massonica P2.
E ovviamente un progetto antidemocratico e autoritario come l'Italicum non può non far tornare alla mente a Licio Gelli, massone e toscano, capo della P2, non perché si possa pensare che il suo Piano di Rinascita Democratica sia ancora la fonte di ispirazione degli attentatori della nostra Costituzione ma perché in quel Piano erano elencati i passi necessari, praticamente tutti realizzati, per trasformare la democrazia italiana in un morbido regime autoritario: rendere innocui i sindacati, mettere saldamente il sistema televisivo e dell'informazione al servizio del potere, imporre coattivamente il bipolarismo-bipartismo per cancellare quanto più possibile dal Parlamento le voci alternative, di opposizione e di critica politica e sociale.

domenica 26 gennaio 2014

LA SITUAZIONE E LA SOLUZIONE



Per come sta evolvendo la situazione in questo paese ed in quell'AreA che un tempo definimmo “Sinistra Radicale” potremmo, tranquillamente ma tragicamente, arrivare all'assurdo di avere più di una lista in appoggio a Tsipras.
Vi sono numerose iniziative in campo a questo proposito, ma ancora non si vede un tessuto che le interconnetta ed ancor meno ci appare evidente una volontà reale a farlo.
Oggi anche SeL nel suo congresso prende questa strada … ne siamo felici è un'ottima cosa, ma esiste ancora, intatto, un rischio oggettivo, che deriva da una sorta di “incomunicabilità piena di livori e vecchi conti da sistemare” eredità indesiderata ed ingombrante dalle troppo numerose ed inutili divisioni di questi anni (Se lo lascino dire leader più o meno carismatici, segretari più o meno di maggioranza, intellettuali più o meno conseguenti e ben remunerati).
Questa incapacità di essere “sinistra” è il male che Tsipras e L'idea di Syriza, potrebbero curare, questa è la ragione principale per cui “SINISTRA UNITA – AreA di Progresso e Civiltà” esiste.
Questo non deve avvenire, l'unificazione momentanea delle componenti dell'arcipelago deve, innanzi tutto, confluire in una sola lista e successivamente diventare un percorso di vera unità, una relazione stabile, un cammino condiviso verso un'Area di Progresso e Civiltà, che sappia parlare del “cambiamento" ad un mondo e ad un paese, in particolare, che ne ha tremendamente bisogno.
Gli unici che possono riuscire a fare questo sono gli abitanti di questo arcipelago e la volontà che essi possono esprimere. Una Volontà che ponga la necessità/valore dell'unità al primo posto, che trovi le condizioni che la favoriscono, che sappia anteporre quel che ci accomuna quel che ci divide.
E diciamolo! Tutti, noi, tutti voi siamo/siete portatori sani di questa volontà … esprimiamola, in ogni istanza, in ogni occasione, in ogni luogo … UNA SOLA LISTA DELLA SINISTRA Unita PER TSIPRAS PRESIDENTE.
È solo un piccolo passo, un primissimo piccolo passo, ma ogni cammino inizia così e siamo tutti noi a poterlo fare iniziare.

È tanto difficile?


UNA QUESTIONE DI "SOSTANZA"

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Di Marigo Giandiego

C'è una questione di sostanza di cui, sembra, nessuno voglia parlare.
Al di là ed al di sopra delle valutazioni e dei punti di vista, squisitamente elettoralistici e strumentali. Ed è lo stato, reale, di questo paese e del mondo. Il suo asservimento culturale al modello imposto dal sistema...dal mercato, a condizioni , che vengono, secondo me a torto, definite “oggettive”.
Faccio un esempio di quanto e di come  ci siamo persi.
La montatura mediatica nei confronti di un'area del paese è oggettiva, innegabile è come per le scie chimiche in cielo una cosa che basterebbe “guardare” e salterebbe immediatamente agli occhi.
Però come per il fenomeno citato essa viene negata, distorcendo persino l'evidenza, con una certa qual violenza e decisione, addirittura da chi ha fatto, a parole, dell'oggettività e dell'indipendenza il proprio cavallo di battaglia. Il che, per rimanere in tema equino lo trasforma in un bellissimo e efficiente Cavallo di Troia...in una trappola.
Sempre di più la tattica del “consenso estorto” dell'inganno da marketing, della pubblicità che non racconta esattamente la verità, ma nemmeno è del tutto una menzogna, viene adottato nella “normale comunicazione” distorcendola in modo pericolosamente ipnotico e persuasivo.
La comunicazione diviene manipolazione senza che chi la fa e chi la subisce, faccia nemmeno finta di di essersene accorto, ma se il secondo subisce , appunto, il primo per contro “pensa, progetta, pianifica” un intervento che è basato sulla distorsione sistematica, finalizzata e strumentale di ogni possibile informazione a fini persuasivi...e questo è terribile. Per chi riesca ancora a pensarlo
Si arriva così, in chiave assolutamente grottesca, al fatto per cui oggi, essere di “sinistra e progressista” nell'accezione “corrente” significa rinnegare tutto quello che è stato di “sinistra e progressivo” nel tempo.
Relegando il tutto nel cassetto delle utopie infantilistiche irrealizzabili.
Oggi essere di sinistra può persino significare essere un alfiere del liberismo selvaggio e sostenerlo senza alcuna vergogna, anzi con l'arroganza infinita di chi suppone di avere capito ogni cosa.
Un,abile gioco che il potere fa, spostando figurativamente a destra l'asse della realtà e costringendo sempre più in difesa quelli che si ritengono, ormai temo a torto, di sinistra.
Sino al momento di trascinarli completamente nel proprio campo, nel quale divengono inutili e secondari.
Il vuoto creato dal crollo della cultura di parte, sacrificata sull'altare falso e posticcio di una cultura condivisa ed oggettiva viene riempito di false immagini, messaggi virtuali, valvole di sfogo, crociate inutili e ininfluenti.
Oggi, oggettivamente, essere contro il sistema è di per sé eversivo, a qualsiasi livello esso avvenga dalle abitudini alimentari, al modo di curarsi, sino allo stile di vita ed all'auto-produzione alimentare ed il primo guardiano di questo confine fra “normalità” ed “alienità” è proprio il progressista di ieri.
Questo è tremendo eppure è avvenuto, nel piccolo delle relazioni personali, come nel grande delle relazioni politiche ed economiche.
Una sconfitta o una “discutibilissima” vittoria elettorale, passano per questa forca caudina, vengono filtrate da questa visione che nulla ha di democratico ed oggettivo, ma che è narrazione del potere, inesorabilmente si inchinano alla realtà d'un paese che non sa più parlare di cambiamento, perchè la convinzione trasmessa dai suoi media è che questo è il miglior mondo possibile, l'unico auspicabile e che Multinazionali, Corporation, Elite, Finanza. Leggi di Mercato globalizzate sono , in fondo mali necessari, indispensabile a garantire questo , auspicabile e positivo, progressista e giusto “status quo”.
Usando con abilità a questa convinzione profonda instillata ad arte nell'inconscio collettivo, pare assurdo e dietrologico dirlo , il potere sta preparando un conflitto mondiale “in provetta”, perchè questo gli serve per risolvere le proprie equazioni di sviluppo...ed oggi, la coscienza di questo ed il coraggio di denunciarlo, così come ogni comportamento altro è ritenuto non solo eversivo , ma tendenzialmente “pericoloso e malato”.
Questo avviene con la distorsione quotidiana e graduale del senso stesso delle parole: Fascista, Razzista, Rivoluzionario , Eversivo, Mafioso, Legge , Costituzione , Regole, Populista, Anti-Politica, Sinistra, destra, progressismo, Conservazione (per fare degli esempi) oggi , ed ogni giorno di più, cambiano significato e vengono usate in modo distorto ed improprio, divenendo vuoti slogan, definizioni ad effetto, che non individuano più ed affatto un significato preciso, ma che vengono usate strumentalmente per “colpire”, “offendere” , ottenere un effetto pratico immediato. Le contraddizioni, esagerate e pretestuose che dilaniano, frantumandolo, quello che dovrebbe essere il fronte del Progresso e della Civiltà sono, nettamente, derivate da questo assunto, ma nessun intellettuale riconosciuto, conclamato e di conseguenza ben pagato, sembra voler dedicarvi alcuna attenzione preferendo la polemica su questioni formali, vuote, non sostanziali, ma molto, molto più remunerative.</

sabato 25 gennaio 2014

Bene comune, logica del profitto e Stato imprenditore

di Maurizio Zaffarano

Ogni qualvolta si sentono contrapporre, nel pensiero unico diffuso dal mainstream informativo, il privato efficiente, efficace, unica fonte di creazione del lavoro e della ricchezza collettiva con il pubblico inefficiente, parassitario, sperperatore delle risorse dei cittadini vengono in mente innumerevoli casi reali che contraddicono questa visione.

Ne cito due, non recentissimi, ma significativi:
la vicenda della clinica degli orrori, la Santa Rita di Milano, che ha visto la condanna nel processo d'appello-bis del primario di chirurgia toracica, Pier Paolo Brega Massone, e dei suoi due vice per avere eseguito secondo la Procura milanese, dal 2005 al 2007, 83 interventi nella migliore delle ipotesi completamente inutili ma causa di indicibili sofferenze ai pazienti, effettuando decorticazioni e sezioni, soprattutto di polmoni e mammelle, unicamente per chiedere il massimo dei rimborsi;
i metodi e i trucchi con cui l'industria farmaceutica ottiene dolosamente l'incremento del consumo di farmaci anche da parte di chi non ne avrebbe bisogno (argomento oggetto di numerose inchieste, tra le altre di Rainews24 e di Repubblica).
Dopo decenni in cui ci hanno spiegato che la gestione pubblica dei servizi e delle attività economiche comportava inevitabilmente sprechi e inefficienze mentre l'iniziativa privata, grazie ai meccanismi della libera concorrenza, avrebbe assicurato per l'utente/consumatore una più ampia possibilità di scelta, riduzione dei costi e migliore qualità dei beni e servizi prodotti la realtà ci mostra esattamente il contrario.
I casi citati colpiscono ancor di più in quanto dimostrano che anche il bene della salute può diventare l'oggetto di delittuose speculazioni a fini di lucro.

venerdì 24 gennaio 2014

TSIPRAS PONE LE CONDIDIZIONI (comunicato di adesione)



Facili da accettare per chi , come noi, nasce come movimento unitario e dal basso, che pone l'unità e la rinascita di una sinistra vera come prima condizione della propria stessa esistenza. Al di sopra di ogni orticello e di ogni personale rendita di posizione

1) LA PRIMA CONDIZIONE È CHE LA LISTA NASCA DAL BASSO
2) LA SECONDA CONDIZIONE È CHE NESSUNO VENGA ESCLUSO
3) LA TERZA CONDIZIONE E DI AVERE COME SPECIALE ED UNICO SCOPO QUELLO DI RAFFORZARE, IN QUESTE ELEZIONI EUROPEE, I NOSTRI SFORZI PER CAMBIARE GLI EQUILIBRI A FAVORE DELLE FORZE DEL LAVORO CONTRO LE FORZE DEL CAPITALE E DEI MERCATI. DI DIFENDERE L'EUROPA DEI POPOLI, DI METTERE UN FRENO ALL'AUSTERITÀ CHE DISTRUGGE LA COESIONE SOCIALE, DI RIVENDICARE DI NUOVO LA DEMOCRAZIA.

Facile, dicevo, per noi , movimento bassissimo, aderire con rinnovato entusiasmo a queste condizioni, sperando che siano l'avvio per un lunghissimo viaggio verso L'Unità delle Sinistre e l'AreA di Progresso e Civiltà. Per quanto riguarda le ceneri di quella che chiamammo sinistra che si interroghino, che affrontino se stesse e le proprie miserie. Si interroghino gli intellettuali conseguenti salottieri e ben remunerati e lo facciano anche le segreterie delle mille scissioni...le condizioni sono queste e noi ne siamo, sinceramente felicissimi.


CoordinamentoProvvisorio di SINISTRA UNITA- AreA di Progresso e Civiltà

E ... MENTRE NOI CE LA CHIACCHIERIAMO E LITIGHIAMO SUL NULLA





di Marigo Giandiego

Un documento della Commissione Europea (quella dei non eletti) ci avvisa che nel 2024 e cioè nei prossimi dieci anni l'Unione avrà un aumento sensibile della disoccupazione e una diminuzione di almeno il 40% della produzione rispetto agli USA.
 Ci certifica cioè l'arretramento di 50 anni rispetto ai suoi stessi parametri.
 Tutto questo avverrà e sarà contenuto in questi limiti solo se il massacro del Welfare, l'arretramento dei diritti, la stretta dell'austerità verrà portata sino in fondo, altrimenti potrebbe essere persino peggio. 
In buona sostanza l'Europa è fallita … e l'Euro della vergogna insieme a lei. Non sono qui a tempestarvi con la nenia del No Euro, non credo cambierebbe alcunché con ritorno ad una Lira non sovrana (quale senza alcun dubbio sarebbe se lasciato in mano ai medesimi conduttori che ci hanno portati sin qui) e con un paese prostrato e non sovrano esso stesso;  non credo cambierebbe nulla per gli ultimi e per i molti (che una sinistra vera dovrebbe rappresentare) destinati in un caso o nell'altro ad un lunghissimo periodo di sofferenza e quasi certamente alla decimazione. 
La “Sinistra Tradizionale” quella che si definisce storica sta, manco a dirlo, con gli 85 signori che possiedono il mondo (che strano e che beffa). Ed ancora si fa angoscioso il bisogno, l'assoluta esigenza di una unità che definisca una vera AreA di Progresso e Civiltà che sappia imporre una modificazione di paradigma, che sappia ribaltare le premesse e progettare un mondo altro da questo … perché diciamocelo, almeno tra di noi, l'unica via di salvezza passa dal “Cambiamento”
Lo sanno gli 85 padroni del mondo, che lo stanno modificando a loro misura in un Medio Evo Tecnologico, fatto di poteri occulti e manipolatori e di Famiglie Dominanti, in un Impero dell'Acqua (non è un definizione fantasy, anche se a me piacciono molto, significa una situazione in cui pochi detengono non solo i mezzi di produzione , ma le fonti di energia, approvvigionamento e nutrizione. L'impero cinese durato ben più di 2000 anni era un Impero dell'Acqua dove l'imperatore non possedeva la terra... bensì le acque)
Lo sappiamo noi che pure non riusciamo nemmeno di fronte a questo ad unire le forze verso un obbiettivo comune. Io credo che l'unica risposta sia “Un Mondo Diverso da Questo”, sperando che non siano i soliti 85 a dettarne le regole … ma la nostra stupida e stolta imbecillità che ci porta a questionare sul colore delle mutande di Stalin o se sia meglio morire con L'Euro o con la Lira non potrà certo aiutarci a reagire ad una problematica di questa portata … noi saremo solo capaci di piangere e di incazzarci … di ululare alla Luna … ma dopo, sempre troppo tardi 

domenica 19 gennaio 2014

Le balle spaziali su legge elettorale e governabilità




di Maurizio Zaffarano

Che le regole di una democrazia, e tra queste il sistema elettorale, debbano essere approvate con il massimo possibile del 'consenso' (termine il cui senso e significato andrebbe però ben definito e sviscerato) è cosa buona e giusta.
Che il partito di maggioranza relativa che si è proposto di modificare la legge elettorale debba incontrare su tale argomento le opposizioni è un fatto assolutamente normale.
Detto questo, riguardo all'incontro tra Renzi e Berlusconi sulle riforme istituzionali, finisce quanto può essere considerato corrispondente al buon senso e comincia l'enorme serie di balle che stanno raccontando su legge elettorale e governabilità.
Anzitutto incontrare i leader di un partito di opposizione è un atto dovuto, non lo è affatto se il leader che si incontra e con cui si pretende di costruire l'architrave della terza Repubblica è stato espulso per indegnità dal Senato, per una condanna di evasione fiscale, e se è gravato da un conflitto di interessi grosso come un macigno.

Il contributo di Sinistra Unita all'assemblea promossa da Claudio Grassi "Lavori in corso a Sinistra"

Care compagne e cari compagni

a nome del Movimento Sinistra Unita e del Movimento Radicalsocialista salutiamo con assoluto favore, pur senza entrare nel merito delle dinamiche interne al Partito della Rifondazione Comunista, questa iniziativa del compagno Claudio Grassi per ridare unità alla Sinistra.
Il punto da cui noi partiamo, infatti, è proprio l'assoluta necessità di restituire alla Sinistra la rappresentanza politica e sociale unitaria, forte e di massa dei ceti popolari. Questo significa affermare anzitutto il nostro essere alternativi sia al centrismo del Partito Democratico garante del mantenimento dello status quo capitalista sia alle destre ed al Movimento 5 Stelle. Solo una volta che sia stata ricostruita una forte presenza come Sinistra si potrà poi eventualmente prendere in considerazione con quali altri soggetti politici sia possibile trattare delle alleanze politiche ed elettorali.

La rinascita della Sinistra richiede secondo noi tre passaggi tutti necessari.

Primo. Per rimettersi in sintonia con una società che nella sua composizione sociale, nei valori e nei riferimenti ideali in cui si riconosce è profondamente cambiata negli ultimi decenni serve un processo di rielaborazione culturale e di linguaggio, senza preconcetti, senza riproporre pigramente ed inutilmente termini arcaici e ormai incomprensibili ai più ma senza mai tradire ciò che è intimamente connaturato e che è assolutamente prioritario nell'identità della Sinistra e cioè l'uguaglianza e la liberazione dal bisogno.

QUELLO CHE STA SUCCEDENDO … E QUELLO CHE DOVREMMO FARE!



Di Giandiego Marigo

Premetto, come sempre, che a parlarvi .. a scrivervi è uno scribacchino, un poetastro, uno di voi, non un raffinato intellettuale dalle dotte e circostanziate citazioni ed ancor meno un acuto e profondo docente dall'enciclopedica preparazione e conoscenza. Mi esprimerò quindi con i limiti di queste mie scarsissime capacità … abbiatene comprensione e non giudicatemi con troppa severità
Ormai la lista per Tsipras Presidente è cosa in itinere, ne siamo felici, nel nostro piccolo speriamo d'avervi contribuito, non foss'altro che con la nostra piccola esistenza.
È partita. anche se forse non nel modo migliore possibile, sebbene ancora retaggio di gruppi organizzati e di ortocultori specializzati, siano essi segretari di partito o intellettuali conseguenti, santificati e ben remunerati. ognuno in piena proclamazione del proprio diritto di primogenitura. 
I tempi ristretti, i costi intrinsechi del volontariato in politica, l'abitudine ormai consolidata all'Assemblea Romana, l'abitudine inveterata alla delega partitica e la conseguente partecipazione parcellizzata ed incanalata, ne stanno dettando i tempi E GLI IMMANCABILI LITIGI DI NASCITA. Litigi ed antichi rancori, che, allo stato, potrebbero ancora sfociare in più liste in appoggio a Tsipras. vanificando la speranza di un passo avanti verso la visione d'una sinistra vera ed unita in questo paese.
Ci ritroveremo a parlare di un'unificazione momentanea, organizzata dalle segreterie, su tematiche spesso non condivise e non patrimonio di una base ampia e composita, ma semmai di un'avanguardia immortale e persistente, che troppo spesso passa il suo tempo più in disquisizioni su dettagli libreschi e scarsamente influenti (relativamente) piuttosto che nella condivisione delle proprie esperienze e delle proprie pratiche di vita.
Comunque è partita … e speriamo che me la cavo.
Quello che sta succedendo è che le segreterie, gli intellettuali di rappresentanza, i movimenti, i numerosi partiti comunisti si stanno interrogando sulla propria convenienza a partecipare a questa “avventura”, e su quale sia il loro lato migliore per mettersi a "favore di camera" per quella che si annuncia, nelle speranze un'ampia confluenza, che noi confidiamo che sia unitaria da SeL a tutta la sinistra radicale sul nome di Tsipras.  
L'avremmo  preferita , realmente, dal basso ci abbiamo persino provato, ma il tempo e la scarsità di mezzi, la pochezza della nostra voce, sono stati tiranni.
Confidiamo almeno che sia ampia e che costringa i diversi ad ritornare a contatto, a parlarsi … a condividere le proprie esperienze ad avvicinarsi quel tanto da rispecchiarsi l'uno nell'altro … foss'anche per opportunità, convenienza e strumentalità elettorale.
E a questo punto che la nostra esistenza come movimento “SINISTRA UNITA- AreA di Progresso e Civiltà” acquisisce senso ed importanza, pur nella pochezza della nostra organizzazione attuale e nei limiti delle nostre scarse capacità di “fascinazione” legate a mezzi scarsi ed alla conseguente scarsità di “professionisti” della politica.
Partendo dalla nostra convinzione che sia dal basso, circolarmente ed orizzontalmente, sulla base di una grandissima e ampia partecipazione che debba nascere e crescere questa nuova possibilità.
Abbiamo un'occasione quindi, quella di far sentire il peso della volontà della base a questi signori e facendolo, ribaltare, rinnovare e ri-verificare il rapporto che ci ha portati ad una dolorosa ininfluenza ad un peso scarso e nullo nel contesto politico di questo paese.
Sperando di riuscire ad affermare in questo modo un soggetto plurale, socialista, libertario d'ispirazione marxista … che sappia cogliere il momento, ristabilire un contatto, rinnovare un linguaggio. 
Che sappia far nascere un'Area di Progresso e Civiltà che dia finalmente un senso spiritualmente, eticamente e politicamente maturo e compiuto al termine “Progressista” sostituendo alla chiacchiera l'azione, sulle cose minute ed ancor meglio l'esempio delle scelte di vita e delle premesse ideali, superando quindi la definizione per arrivare, finalmente, alle pratiche tangibili.
Rimarcando nei comportamenti la differenza dall'area della conservazione, non nelle perorazioni ipotetiche.
Quello che noi dovremmo e vorremmo fare come “S.U. AreA” sarebbe proprio questo … essere movimento, superare le spiagge desolate delle logiche partitiche per approdare all'ampia spiaggia delle pratiche a confronto, dell'Agorà delle idee, della ricerca costante d'una visione d'insieme.
Non è impossibile, non lo è stato negli anni dei Movimenti di Massa (ci sia permesso un rapido fugace riferimento ad un linguaggio degli anni settanta) quando il confronto elaborato dalle avanguardie trovava realizzazione in un'ampia area d'opinione e di “movimento” che era la “sinistra italiana”.
Anche allora esisteva il revisionismo, anche allora qualcuno meditava “compromessi” più o meno storici anzi proprio allora si iniziò a pensarli, ma nonostante questo esisteva un'amplissima area in movimento dove si condiivideva , in linea di principio una visione di mondo … verso un'analogo rinnovato alla luce dei nostri anni noi vorremmo spingere.
Una domanda sorge spontanea ed io la propongo alla vostra riflessione, sebbene sia, in fondo, una divagazione: Fu la forza di movimento reale a determinare la linea delle avanguardie o furono queste ultime ad indirizzare il suo passo, forse fu soltanto osmosi, ma in quegli anni dimenticammo i comportamenti ed in questo modo decretammo la nostra stessa fine pur avendo chiarezza della loro esistenza.
Incoerenza nei comportamenti insieme alla follia della lotta armata e all'eroina del sistema determinarono la fine di quei giorni
Non ripetiamo oggi questo errore e soprattutto non arrendiamoci alla frammentazione ed alla testimonianza.
La Lista per Tsipras può essere il rpimo passo verso la creazione di quest'AreA posto che noi … i suoi interpreti principali si sia in grado di affermarlo, con la forza della partecipazione e dell'orizzontalità, reclamando e difendendo il controllo democratico e la forza della democrazia diretta, quantomeno in fase di definizione dei nostri stessi contenuti.
Sino ad Usarla anche in termini fattivi in fase di definizione delle linee interne e delle liste, magari con un'ampia consultazione che ridia alla nostra gente la centralità delle scelte e della loro qualità. Questa è la mission che SINISTRA UNITA – AreA di Progresso e Civiltà si pone, in termini strategici.
L'inizio di un percorso realmente unitario dell'intera AreA partendo da questa esperienza approfittando della grande possibilità ch'essa contiene, pur nella pochezza attuale della nostra consistenza noi percorreremo questa strada e ve la proporremo perché siate con noi … per condividerla

E finisco, ancora adesso, in questo stesso momento, la domanda che si pone qundo ci si presenta nelle istanze pseudo unitarie o si parli delle candidature, delle prospettive e dei contenuti di questa lista è: “Quanti siete?” , “Da dove venite?” “Chi sono i vostri referenti ?” dovremo arrivare a far sì che la domanda più importatnte sia “Cosa avete da proporre?” , “Cosa dite?”, “Quali sono i vostri contenuti … Quali i vostri comportamenti?”

venerdì 17 gennaio 2014

NON LASCIATECI SOLI



OGGI PIÙ CHE MAI! MENTRE COMINCIANO LE GRANDI MANOVRE PER REALIZZARE, NELLA REALTÀ, LA LISTA PER TSIPRAS PRESIDENTE È INDISPENSABILE LA PRESSIONE DAL BASSO.

VERSO L'INIZIO DI UN PERCORSO REALMENTE UNITARIO. 
SE ESSA SARÀ ASSENTE, SE NON CI PRENDEREMO IL NOSTRO DIRITTO AD UNA SINISTRA UNITA, ANCHE QUEST'OCCASIONE ANDRÀ PERDUTA, SULL'ALTARE DI PROTAGONISMI, INDIVIDUALISMI, SCONTRI INTERNI FRA GRUPPI DI POTERE, RENDITE DI POSIZIONE DI SEGRETARI E COMITATI ETERNI ED IMMUTABILI … 

ED ANCORA UNA VOLTA SARÀ SOLAMENTE UN PRETESTO … UNA PAUSA TATTICA FRA DUE SCISSIONI … ED AVREMO QUEL CHE CI MERITEREMO. 
NON LASCIATECI SOLI, DATE FORZA ALLA SPINTA DEL VOSTRO/NOSTRO MOVIMENTO, PERCHÈ NON SIA SOLO TATTICA ED OPPORTUNITÀ MA L'INIZIO DI UN PERCORSO DI CAMBIAMENTO E TRASFORMAZIONE: 
SINISTRA UNITA :)
[giandiego]

mercoledì 15 gennaio 2014

CE LO CHIEDE L'EUROPA





Di Giandiego Marigo

È una delle frasi che viene maggiormente ripetuta dalla politica convenzionale ed “autorizzata”. Non chiede e non ragiona su quale Europa, non premette in nome di chi e perché. Si limita a chiedere e si tratta, generalmente, di “perdite di sovranità” , di un inasprimento dell'Austerity, di qualche sacrificio in più.
La sinistra, o meglio quel che rimane di lei che non è molto, è divisa sull'argomento fra difensori ad oltranza dell'Europa dei Sogni ed i sostenitori, spesso mono-maniacali e monocorde, dell'esigenza di un segno di forte discontinuità.
Premetto di non essere un economista, sono sicuramente e solamente uno scrivano, probabilmente un poeta e molto occasionalmente un “filosofo di strada”. 
Non pretendo quindi che le mie dissertazioni vengano prese come l'opera di un intellettuale consacrato, che non sono. Né, ancor meno, come l'opera d'un pensatore professionista, nessuno mi paga per scrivere e per pensare.
Ciò nonostante reclamo il mio diritto al dire ed al pensare e persino al teorizzare, se necessario.
Senza alcun dubbio le analisi sovraniste di sinistra hanno il pregio di definire in modo “contemporaneo” il ruolo del “capitalismo finanziario” ed hanno il pregio di individuare in questo momento storico la fase autodistruttiva del capitalismo, così come lo intendiamo da sempre.
Così come possiedono la lungimiranza di individuare lo scontro interno, di cui ci dovrebbe importare, veramente poco, tra capitalismo tradizionale e finanziario. L'Elite sacrifica gran parte della classe media sull'altare di un “distacco forzato”, della creazione di un fossato fortificato, fra la ricchezza e la povertà,.Uccide la libera competizione ( da sempre molto più dichiarata che reale) sull'altare del familismo e dell'ereditarietà, modificando se stessa da classe ad elite, rinnegando le sue stesse premesse culturali per sostituirle con un sogno medievale e tecnocratico. Tutto pur di conservare il potere e se possibile rinforzarlo in una fase di transizione epocale... Chi ha fondato l'attuale sistema europeo, chi lo implementa e lo controlla, chi ha fatto passare una visione di “Stati Uniti d'Europa” completamente avulsa dai suoi popoli e dalle sue, innegabili, etnie?
I problemi reali sono il Capitalismo ed il suo Potere, mi dicono i non sovranisti, mentre sottovalutano la massima espressione “finanziaria e politica” del capitalismo morente, la trappola salvifica ( per loro ovviamente) che hanno posto a guardia della loro ritirata, per concedersi il tempo di progettare un nuovo mondo che li riveda “padroni incontrastati”, cioè quella moneta e quel “debito inventato” che stanno prostrando intere nazioni.
Parlano di radicalità necessaria mentre accettano la premessa di un'Europa irrimediabilmente Bancaria ed Elitaria. “in che modo gli interessi della classe potrebbero essere rappresentati da un'uscita dall'euro, in che misura la modificazione di un nome modificherebbe la realtà, se essa non viene come prima istanza messa in dubbio?”, dicono! Ed io aggiungo giustamente, ma premettono ed accettano implicitamente il “gigantesco postulato” dì un'Europa delle banche, che rinnega sin dalla sua nascita e per premessa e quindi come forma inemendabile, ogni riferimento al sogno di Spinelli di una Unione dei popoli per consumazione dell'idea stessa di confine.
Quest'Europa non ha nulla a che spartire con l'internazionalismo, ma semmai con la peggiore e deleteria globalizzazione. Non dovremmo dirlo? Per non correre il rischio di pronunciare quel “NO EURO” che secondo loro ci porrebbe sul medesimo piano dell'Imperatore Farlocco e del Comico-Guru, quando non addirittura ci getterebbe nella confusione magmatica del “forconismo” indeterminato, in quel populismo di sottomarca tipico di coloro che fanno dell'accontentare le pance il loro credo?
Quindi la sinistra dovrebbe rinunciare ad essere popolare per non rischiare d'essere populista?
Assurdo, almeno quanto assurda è la litania del No Euro senza spiegazioni o del rivoluzionarismo senza classi.
Ancora una volta i padroni del mondo ci costringono sulla difensiva nel loro territorio, in difesa di bastioni che non abbiamo mai fondato, su barricate non costruite da noi e su tematiche che non ci appartengono. Questo fanno, per ovvia e implicita generosità,per evitarci lo sforzo di combattere in difesa d'una cultura altra che discuta il potere e le sue manifestazione e soprattuoto che li isoli in quanto assoluta, deleteria e dannosa minoranza del mondo.
La cosa che realmente temono e che non ci permettono è proprio questa, una diversa organizzazione che parta dalla mutualità e dalla solidarietà che ponga a fondamento la circolarità e l'orizzontalità … e perdonatemi che questo avvenga con la Lira o con L'euro è ininfluente … qui stiamo parlando di quel cambiamento che potrebbe abolire il denaro o quantomeno deviarne l'importanza verso dimensioni a misura d'uomo.
Stiamo parlando d'una sostituzione valoriale importante e definitiva dalla “libera competizione verticalistacon l' orizzontalissimo Ad ognuno secondo i suoi bisogni e da ognuno secondo le sue capacità” che è altro, di completamente diverso da questo mondo.
E finisco, questa dissertazione un poco folle, indegna d'un teorico e di un economista e probabilmente indegna di un politico … tradizionale”, ma sinceramente nemmeno m'interessa che lo sia.
Ridiscutere i trattati, militari, finanziari, politici. Ridiscutere le premesse
Questo dovrebbe essere il nostro slogan anzichè la difesa ad oltranza di un'Europa impossibile o  l'adesione pedissequa ad un “ventralissimo” e limitatissimo no euro, noi con le armi della nostra "presupposta" capacitdi analisi storica e politica dovremmo unificare e elevare ed invece riusciamo con masochistica tenacia  anche dividerci, litigare, accapigliarsi su questo ed è esattamente quel che ci hanno calato davanti agli occhi per farci correre, ancora una volta in modo inconcludente, mentre le politiche di Austerità e gli eserciti veri muovono , come meglio gli pare e gli comoda sulla scacchiere mondiale e noi diveniamo via via sempre meno influenti. Mentre il loro modello di “Mondo Perfetto” sfonda culturalmente anche nelle nostre file sino a costringerci a difenderlo … purché non divenga peggiore.
Ce lo chiede l'Europa … ma noi cosa chiediamo a Lei? Noi cosa vediamo per noi stessi Qui e Ora?



martedì 14 gennaio 2014

DUE VOLANTINI 
due primissime prove di comunicazione a cura del nostro gruppo di lavoro sulla comunicazione ... a disposizione di tutti coloro che volessero usarli , ma soprattutto sottoposti al vostro giudizio ... La tematica scelta è uno di quelli che noi riterremmo un punto di forza dell'intervento di S.U. :) sul piano nazionale.  al medesimo tempo un o smarcamento , netto, preciso e consapevole dalla linea neo-liberista di quella che noi definiamo ormai da tempo Pseudo-Sinistra.



lunedì 13 gennaio 2014

DUE CHIACCHIERE DUE, SULLA CULTURA E SUL SUO MERCATO

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Occorre una piccola premessa, indispensabile, questo articolo non è nuovissimo, anche se sembra scritto ieri, non lo è, lo ripropongo solo, ovviamente per vanagloria personale, ma anche per alcuni contenuti, per me importanti sull'AreA.
il vostro fedele scribacchino
Giandiego Marigo

Esiste, oggettivamente un problema di cultura in Lombardia ed in tutto questo disastrato paese, pur sorvolando sul macello che i tagli orizzontali ed incoscienti hanno operato, persino su quella che viene definita tradizionale e condivisa, colpendo e rendendo impresa impossibile le manifestazioni più tradizionali e popolari, segandole con la mannaia cieca, figlia di questa crisi inventata.
Sostituendo persino la cultura più tradizionalmente del potere, con format di pronto consumo, fruibili, acquistabili in kit di montaggio ed in comode rate, sull'altare del Dio Profitto.
Il Berlusconismo e la sua infezione delle vie più convenzionali e percorse della comunicazione non ha certo favorito, il nascere e l'affermarsi di embrioni di comportamento virtuoso e altro.
Eppure è da questi embrioni cultural-comportamentali che qualsiasi modificazione o rinnovamento di quella che mi azzarderò a definire Civiltà riceve impulso ed avanzamento.
Non certo dall'invenzione di comportamenti massificati e finalizzati al consumo e dalla loro riproposizione in chiave spettacolare e facilmente fruibile, ma semmai dall'instaurarsi di “modi e mode” altre, fuori dal controllo sistemico e dall'organizzazione e formattazione da parte del Potere.
Questi embrioni sono esistiti ed esistono al di fuori di qualsiasi area di influenza ed attraversano trasversalmente la società ed i suoi schieramenti formali.
Non necessariamente antagonistici, alla loro nascita, lo diventano per soffocazione e per isolamento, per mancanza di ossigeno e di ascolto. Per carenza di possibilità e di visione da parte di chi questa società dovrebbe amministrare.
Faccio alcuni esempi, l'auto-produzione culturale letteraria, il veganismo e l'animalismo, la musica indipendente, il jazz, la musica live “originale” e diffusa, molto giovane teatro, gli artisti di strada, l'auto produzione d'artigianato d'arte, ma sono talmente tante le cose assolutamente trascurate, abbandonate a sé stesse, dimenticate , non curate che potremmo riempire pagine e pagine e non tutte sono necessariamente rifugiate nei centri sociali autogestiti o quantomeno non stanno solo lì, anche se la loro esperienza ha un'importanza fondamentale.
Sino alla cultura alimentare del mangiar bene alla filosofia dell'autosufficienza alimentare, degli orti urbani o di campagna, della decrescita felice.
Tutte queste cose danno vita a visioni,non sono a sé stanti perchè sono legate a scelte comportamentali virtuose a modelli conservativo-evolutivi positivi e vincenti. a filosofie che favoriscono e facilitano la crescita spirituale e quindi il Cambiamento.
Una società che scelga di affidarsi interamente ad energie rinnovabili, sostenibili e compatibili ha comportamenti completamente differenti dalla nostra, ma non sono imposti ma liberamente scelti, hanno cioè un portato e delle implicazioni sia spirituali che culturali importanti.
Non nascono cioè dal nulla e sul nulla, ma sono portati, diffusi, cantati, descritti, divengono parte della filosofia popolare e condivisa passando attraverso lo stadio di mode e modi
È, quindi, questa la ragione prima che muove i nostri motivi ed per questo che ci rivolgiamo con tanto interesse alla creatività ed alla possibilità reale della sua diffusione ed implemantazione, ma non solo diamo anche grandissima attenzione alla sua libertà da schemi, canalizzazioni, modelli e format.,
È per quello che così importante per me diviene il discorso del circuito, dei luoghi in cui questa creatività si esprime e trova “sostegno”.
Sono assolutamente convinto che di questo sostegno di debba parlare e che questo si traduca in occasioni, luoghi, tecniche, supporti, possibilità, circuito, ed in ultima analisi in una educazione alla cultura diffusa ed alla differenza fra operatore culturale e Star che nasca e si muova a più livelli influenzando e relazionandosi
Vi sono varie “manifestazioni immediate e possibili della suddetta volontà/capacità di lettura”, per esempio proporre la creazione di un fondo per sostenere iniziative culturali dal basso, lo stimolo alla creazione di spazi autogestiti mettendo a disposizione spazi inutilizzati (vedi l'esperienza di Macao a Milano, o quella dell'America Occupato e del cinema Palazzo a Roma)
Resta inoltre aperta, e sarà il caso prima o dopo di metterla in seria discussione, la questione del Copyleft, del Creative Commons e del software libero.
Sia dal punto di vista educativo, del concetto di Cultura libera e commons VERSUS cultura tradizionale = industria/merce/immagine/successo/ecc.
Sia dal punto di vista della sostenibilità legislativa ed economica, e quindi della rottura del monopolio SIAE, a livello legislativo, a favore della creazione di un sistema di gestione del diritto d'autore trasparente, No Profit e democraticamente autogestito. A livello legislativo poi, penso alla questione delle arti di strada e alla loro liberazione dalle varie forme di repressione.
Penso che i primi passi concreti che si possono fare in ambito di gestione territoriale debbano essere rivolti a favorire la nascita e lo sfruttamento (ove ce ne sia la possibilità) di Spazi culturali e liberi VERSUS Spazi commerciali.
Sono soltanto tutte idee.
Condivise con altri operatori del settore che butto lì alla rinfusa, in modo che si possa rendere la proposta nel modo più concreto possibile e meno astratto.

domenica 12 gennaio 2014

VALORI? DOV'E' FINITA LA MUTUALITA'

mutuo soccorso
Di Giandiego Marigo
Sarebbe sin troppo semplice dichiarare che insieme all'acqua sporca si sia gettato anche il bambino. Troppo facile e già detto, ripetutamente, da tutti coloro che hanno, nel tempo, analizzato la débacle graduale della sinistra e l'evoluzione, non tanto dell'ex PCI, che già covava, sin da quegli anni, i sintomi e prodromi di quello che poi si sarebbe rivelato il fallimento piddino, ma semmai di quell'intorno sindacale e politico che si sviluppò con forza attorno agli anni 60/70, ma che trova, comunque, nella storia del movimento operaio le sue reali origini e ragioni.
Troppo semplice dicevo, eppure efficace come definizione. Non tanto e non solo, per quanto riguarda la pura analisi marxista o marxiana e le sue applicazioni leniste o staliniane, quella non ha mai difettato, anzi è sempre stata prodotta con sin troppa dovizia sino alla divisione metodica del capello. Ma soprattutto per quel mondo di relazioni e di modi, di comportamenti che si erano elaborati attorno al mondo della coscienza operaia e diciamolo sì, senza paura, proletaria.
Un mondo complesso, articolato, fatto di ragioni profonde e di esperienze. Costruito sul fare, certo, ma partendo dal sentire e dallo stare, dettato dai bisogni , ma che ebbe la capacità di elaborare comportamenti complessi che assursero con il tempo alla dignità di cultura popolare e di visione politica complessa. Comportamenti che finirono, anche se in modo inconsapevole ed non voluto con lo sviluppare, addirittura, gli embrioni di quel risveglio spirituale che accompagna i nostri giorni.
Faccio un esempio, perchè è di questo che sto e voglio parlare.
La cultura socialista ed anarchica prima e comunista dopo (anche se innegabilmente il comunismo inserì il primato assoluto del partito e della sua struttura burocratica), ma anche una parte di quella cristiano sociale, affondavano le proprie radici in una esigenza reale di mutualità e solidarietà. Non analizzavano soltanto una relazione sociale ma cercavano di organizzarne e garantirne al salvezza. Le cooperative, le società di mutuo soccorso, le stesse organizzazioni sindacali che nacquero con questa “nuova coscienza” poco o nulla si occupavano delle leggi di mercato, delle regole della cultura dominante, ma stabilivano nuovi rapporti, nuove leggi, nuove regole che si definivano via via, partendo dalla individuazione di quelli che venivano chiamati “interessi della classe”.
Aprivano un nuovo confronto, altro, rispetto a quello sistemico, alternativo ed anche antagonistico.
Non dico nulla di nuovo, nulla che non si possa dedurre da un buon libro di storia del '900...eppure dico tutto quel che c'è da dire.
La qualità di questa relazione, la sua stessa esistenza, da sola apriva una contraddizione e forniva la “speranza di una nuova visione”. Proprio perchè sparigliava le regole, ne definiva di nuova, metteva in campo interessi diversi da quelli che erano stati sin lì rappresentati. Forniva loro organizzazione e dignità.
Inoltriamoci in questo esempio, una cooperativa di consumo, non nasceva come investimento, nemmeno veniva teorizzata come onlus e non si poneva il problema di non disturbare, di rispettare le regole, di non fare la guerra dei prezzi. Nasceva dal bisogno di far coincidere, quel che si aveva, con quel che si poteva e lo faceva, perchè il suo ruolo era quello di rispondere ad un bisogno primario. Lo stesso discorso e le medesime premesse valevano per il sindacato, per le società di mutuo soccorso e per tutte quelle “organizzazioni di base” che nacquero dai bisogni, gli ambulatori, le scuole. Non furono finalizzate ad inserirsi in un sistema ma a modificarlo, non furono poste per adeguarsi ad un mondo perfetto, ma per perfezionare un mondo grandemente imperfetto.
Oggi definire e parlare di “interessi di classe” sarebbe arduo...ed anche fumoso, la gara si realizzerebbe nel chiamarsi fuori, piuttosto che nel definirsi proletari difendendo o rappresentando questi interessi.
L'interclassismo è ormai stato, ampiamente, somministrato ed assorbito...a grandi boccate, metabolizzato...divenuto comportamento comune, persino al di là di ogni ragionevole motivo e in barba alla realtà. Ma la domanda su dove siano finite la mutualità, la solidarietà, la condivisione...bhè è lecita, anche perchè questi valori sarebbero un'ottima risposta alla crisi incombente. Non può certo bastare a giustificare l'uso e l'abuso dei termini in questione, l'esistenza di false cooperative di puro investimento, attente al mercato ed alle sue regole, perfettamente inserite nel sistema, anzi sue artefici o di quelle due o tre banche che ancora si richiamano grottescamente al mutuo soccorso
Perchè , per esempio, i nuovi soggetti dell'organizzazione popolare come i GAS non si pongono il problema dei prezzi e dell'accessibilità dei prodotti che veicolano, oltre alla qualità ed al chilometro 0, perchè non se lo pongono le Coop, che addirittura espongono prezzi più alti che in molti altri templi della “grande distribuzione”. Perchè i sindacati sembrano occupati a garantire tutto salvo che il mutuo soccorso? Perchè deve arrivare Emergency a Mestre a ricordarci il senso della solidarietà. Eppure anche presi a sé stanti, avulsi da tutta l'analisi “di classe”, QUESTI VALORI : SOLIDARIETÀ. MUTUALITÀ, CONDIVISIONE...hanno un significato assoluto che molto spesso viene richiamato...descrivendo una “generica e amorfa” crisi valoriale e culturale.
Per finire, per ora, con questa mia “tirata” da saputo. Credo che dalla riproposizione, culturale, comportamentale e spirituale di queste tematiche insieme a “Circolarità, Orizzontalità. Partecipazione “ possa e debba nascere il nuovo, moderno, concetto di “Progresso e Civiltà” e la visione che noi, che ci arroghiamo d'esserne portatori, consegneremo al nostro futuro

sabato 11 gennaio 2014

APPELLO DI CITTADINI, ASSOCIAZIONI E MOVIMENTI PER LA LISTA PER TSIPRAS


Siamo cittadine e cittadini, attivisti, militanti dell'area dell'alternativa politica e sociale e della Sinistra che aderiscono con forza e convinzione al progetto di costituire una lista per le prossime elezioni europee in collegamento con la lista della Sinistra Unitaria Europea nel nome di Alexis Tsipras, il simbolo della resistenza solidale e democratica del popolo greco alla macelleria sociale imposta dall’Unione Europea.


A tal fine

-          auspichiamo che tale lista possa raccogliere tutte le varie e disperse anime dell’area progressista italiana che condividano la visione di una nuova Europa fondata sulla solidarietà e sulla sovranità dei popoli, su di un modello economico  che valorizzi e rispetti le aspirazioni ed i diritti di tutti i cittadini europei e che sia compatibile con la salvaguardia dell’ambiente naturale, contro l’Europa del liberismo e del potere delle oligarchie finanziarie alla quale continua a fare riferimento l’attuale maggioranza parlamentare Renzi-Alfano-Monti-Casini di cui è espressione il governo Letta;
-          coerentemente con lo spirito a cui è sempre stato improntato il nostro impegno, chiediamo che tale lista possa nascere attraverso un processo ampiamente partecipato ed orientato dal basso e con il coinvolgimento, in assemblee territoriali, di cittadini, movimenti, associazioni, comitati di lotta e di resistenza sociale, rappresentanti e militanti di organizzazioni partitiche;
-          riteniamo che tale processo di costruzione partecipata della proposta politica elettorale, per non ripetere gli errori e le divisioni del passato e perché non diventi ostaggio né delle logiche lottizzatrici delle segreterie partitiche né di discutibili autoinvestiture di pur prestigiosi personaggi del mondo della cultura e della società civile, debba trovare il momento di sintesi e di verifica democratica, sulla base del principio “una testa, un voto”, in una specifica consultazione in cui tutti i cittadini interessati a questo progetto possano esplicitamente definire in modo trasparente, libero e non manipolabile priorità programmatiche, candidature e la stessa “cabina di regia” della lista;
-          invitiamo pertanto tutti i soggetti interessati - a cominciare da partiti, movimenti, associazioni - a costituire da subito un tavolo di lavoro, al quale come rappresentanti dei movimenti che aderiscono a questo appello chiediamo di partecipare, per attivare nel più breve tempo possibile il percorso di consultazione democratica dei cittadini, indispensabile per costituirci come “comunità politica” e per infrangere quel silenzio mediatico che è inevitabilmente destinato a scendere nei prossimi mesi sulla lista per Tsipras.

PROMOTORI:

Movimento RadicalSocialista
Sinistra Unita - Area di Progresso e Civiltà
Centro Studi Marxisti Lelio Basso per l'Alternativa Socialista

ELENCO ADESIONI:


AreA (pagina di facebook), Amedeo Anelli (direttore di Kamen-critico d'arte.poeta), Giandiego Marigo (poeta e scrittore), Michele Venturoni, Fabrizio Quintavalle, Giuseppe Folchini, Clara Denaro, Dario Martignoni, Mario Menghini, Maurizio Zaffarano, Francesco Granchio Favara, Valerio Iannuzzi, Stefano Santarelli, Giancarlo D'Andrea, Matteo Carrieri, Danilo Barreca, Michele Malaguti, Paola Benetti, Fabrizio D'Alterio

Una moneta complementare per il welfare. Potrebbe essere questa la soluzione per uscire dalla crisi?


Foto di Maice da Facebook https://www.facebook.com/photo.php?fbid=564998003589775&set=a.160384130717833.37334.160381424051437&type=1&theater

di Maurizio Zaffarano

Non mi addentro in questo post nella discussione sull'uscita dall'euro consapevole delle implicazioni, non liquidabili in poche righe, economiche, politiche, sociali, storiche, culturali, delle relazioni internazionali che essa si porta dietro e nella convinzione che, se questa Europa dell'austerità e del liberismo è l'Inferno, l'uscita dall'euro di per sé non è il Paradiso (“le ingenue apologie del cambio flessibile quale panacea di ogni male” per citare il monito degli economisti di Emiliano Brancaccio e altri).
L'euro, se non cambieranno le regole e gli strumenti che lo governano, è destinato probabilmente ad implodere: dunque il problema per la Sinistra non è di accodarsi alle destre nello sventolare la bandiera dell'uscita dall'euro (cioè focalizzarsi sull'arma che uccide e non su chi la impugna) ma di lottare per cambiare i rapporti di potere e gli assetti proprietari su cui è fondato il capitalismo dei nostri tempi e di contrapporgli un'alternativa (ed in questo senso è interessante leggere cosa scrive Bruno Amoroso).
In caso contrario, se e quando si arriverà all'uscita dall'euro questa verrà gestita dalle stesse oligarchie (quelle che fondano il proprio potere sulle mafie, sulla corruzione, sull'evasione fiscale, sulla devastazione dell'ambiente, sulla subalternità ai 'mercati', al Vaticano, al capitalismo di rapina e agli interessi delle grandi multinazionali) che ci hanno condotto al baratro a cui siamo giunti: serve allora dunque costruire da subito una reale alternativa politica e culturale ed una concreta rete di protezione a favore dei ceti popolari, per contrastare povertà ed esclusione sociale.

venerdì 10 gennaio 2014

L'IMPORTANZA DI UN 'OCCASIONE




Di Giandiego Marigo

Abbiamo un nome Alexis Tsipras che non è solo un nome , ma sottende un progetto. Non amo , come ormai molti sanno, i leader, mi sorge una forma di idiosincrasia allergica quando un “signor chiunque” diviene troppo “enfatizzato e pompato”, non credo e non crederò mai nei santi portatori di soluzioni, negli uomini del destino. (anche per questo, soprattutto per questo diffido di chi punta tutto sul carisma di un solo uomo)
Però quel che c'è dietro e dentro la candidatura di Tsipras è d'importanza fondamentale, soprattutto, anche se non solo, per quel che rimane della “sinistra” italiana.
Chi mi sonosce sa che che non amo la parola “sinistra” la trovo riduttiva ed angusta per descrivere compiutamente quello che occorre davvero a questo paese e all'umanità ( sempre modesto … notate) che è un'AreA di Progresso e Civiltà, che sappia opporsi e contrapporsi alla conservazione forzata dei pochi che detengono oggi il potere nel mondo. Credo che questa lista possa rappresentare un primo passo, se viene intesa come l'occasione fondamentale che potrebbe rappresentare.
Certo un progetto come questo, diciamolo chiaramente, passa per la dismissione … per il ritorno a casa, delle attuali dirigenze, segreterie , comitati. Per la dismissione di leader e grandi vecchi, ma se il loro fosse un passo indietro volontario? Un mettersi a disposizione, una presa di coscienza di una inderogabile neccessità … bhè allora tutto diventerebbe possibile. Perchè mai dovremmo continuare a farci moralizzare da un comico e dal suo oscuro suggeritore? Abbiamo forse bisogno che qualcuno ci re-insegni la strada dell'etica? Della giustizia e della moralità?
Oppure riusciremo a sfruttare questa occasione per iniziare, finalmente, un percorso di unità dell'AreA.
Non sono io a dover segnalare la necessità che questo avvenga, vogliamo forse lasciare in mano il mondo e la visione a Trangugia & Divora. Rimanere succubi di questo gioco assurdo del poliziotto buono e di quello cattivo … mentre il potere trasmuta sé stesso verso un nuovo medio evo bio-tecnologico, che ci vedrà schiavi felici in un mondo che loro ci descriveranno come “perfetto”?
Detesto i pensatori raffinati e “citatori professionisti” e quindi continuerò a scrivere, così … a braccio.
Quello che voglio dire è che “probabilmente” quel che resta della sinistra radicale troverà in “Tsipras presidente” un momnento di “forzata” promiscuità, che riuscirà persino a superare ego sconfinati e leader orticulturi. Che imporrà vicinanze che i “costruttori di muri” hanno sin qui accuratamente evitato.
Abbiamo l'occasione, sfruttiamola, per fare in modo che gli arzigogoli intellettuali, le raffinate definizioni libresche, le dotte analisi di fondo, che sino a qui ci hanno frantumato divengano di secondaria importanza rispetto alla centralità dell'unità necessaria ed auspicabile, rispetto alla inderogabilità di procedere uniti alla profonda modificazione del nostro intorno. 
Sulla base di quel che siamo, di quello che scegliamo, di quello che facciamo e non delle parole che altri hanno scritto su un libro, che per quanto importante resta quel che è, un libro.
Comportamenti quindi, scelte condivise, argomentazioni di fondo … perché è di comportamenti e scelte il vero cambiamento … e forse ci accorgeremo che la misura della vicinanza e della condivisione è altra che non un'etichetta, un marchietto, una bandiera.
Parlandoci e camminando insieme saremo forse costretti ad ascoltarci ed a scoprire quanto i nostri discorsi di fondo siano simili, quanto lo siano i motivi che ci hanno spinto a scegliere d'essere qui ed ora.
Questo e non altro è il trovarsi sulle cose, questo quello che da sempre chiedono le donne e gli uomini di sinistra che si appellano all'unità … parlare delle cose , del fare, del cambiare e dell'essere, piuttosto che del dividere un capello … di dubbia provenienza in quattordici elaboratissimi pezzi.
Non ho voluto fare un discorso da intellettuale ma volutamente ho tenuto un profilo basso … logico, ovvio, ma è proprio l'offesa a questa ovvietà, a questa innegabile necessità che più ha distrutto, più ha frantumato e più ha allontanato.
Ancora oggi i “militanti” fanno fatica, a separarsi dalla loro “appartenenza a dismettere la maglietta da tifoso, prigionieri dell'orgoglio di aver “tenuto botta nei tempi difficili”, li capisco sono stato uno di loro, per tanti … tantissimi anni Avanguardia Operaia, Democrazia Proletaria, Rifondazione … ho visto loro e gli altri ( ho molto girato e molto cercato, e molto poco trovato)… ma oggi è il tempo dei comportamenti, dell'esempio e del camminare sull'onda del cambiamento, dell'essere il cambiamento nell'onda medesima.

La lista per Tsipras può essere pretesto od occasione “Sinistra Unita- AreA di Progresso e Civiltà” nasce per questo perché sia occasione, inizio ...primo passo.