domenica 29 giugno 2014

LA QUALITÀ DEL RACCONTO




Di Giandiego Marigo

Sono uno scrittore ed un poeta inedito, nonostante io mi picchi d'essere un buon scrittore. Dico questo non per trovare in questo ambito il mio mentore, ma per fare comprendere il motivo del mio titolo.
La Qualità del racconto è il suo messaggio … ed il modo in cui viene svolto e narrato, non sono questi tempi di contenuti, infatti, sono pochi coloro che riescono a pubblicare in modo decente ed eticamente accettabile … ed ancora meno quelli che li leggono o che sarebbero disposti a farlo. Spesso la forma prevale ed anche il marketing copre il senso stesso di quel che si cerca di scrivere.
Ora, voi mi chiederete, perché ci parli di questo … cosa ci interessa, perché qui?
Molto semplice, perché questo ragionamento si può trasporre, senza abusare della proprietà transitiva, nella vita e quindi anche nella politica. 
Perchè alla fine le cause che motivano e muovono questo vuoto culturale e spirituale sono le medesime.
Stiamo vivendo un periodo di intensa proposta, sin troppa, ad essere del tutto sinceri, personalmente l'ho detto spesso, sembra che ciascuno senta il diritto/dovere di alzarsi la mattina e di proporre un proprio soggetto, personalizzato e su misura, per l'unità della sinistra. Questo è bello ed al medesimo tempo preoccupante e dispersivo e comunque derivato in linea diretta da quella tendenza alla frantumazione infinitesimale che ha caratterizzato e continua a caratterizzare … la sinistra di fine ed inizio millennio.
Quello però che appare costante è la ripetitività dei metodi e dei contenuti. Il clichet, il format.
Sono fra gli assertori della Prima Ora di questa necessità, posso dirlo senza tema di smentita ed ho confidenza con il gioco dell'appello, dell'attesa di adesioni del tentativo di creare un'associazione su scala nazionale … per stimolare e spingere.
Anche adesso Con “Sinistra Unita- AreA di Progresso e Civiltà” sto facendo esattamente questo, insieme ad altri compagni di strada.
Quello che riscontro, al di là della ripetitività, già segnalata ed alla ricorrenza della nascita, ormai quotidiana, di una cordata verso l'unità è però, tristemente, la tendenza all'omissione dei contenuti.
Ci si accontenta, appunto, dell'urgenza, dell'immanenza, della necessità storica.
Si approccia al problema in modo pragmatico e pratico, dando per scontate le premesse, dando per condivisi una serie di accezioni e di fondamenti che si ritengono comuni ed acquisiti … siamo poi così certi che sia così … oppure ci è comodo pensarlo?
È poi così vero che culturalmente e spiritualmente ci sia tutto questo acquisito e condiviso?
Esisterebbe quindi una elaborazione di comportamenti, scelte di vita, fondamenti culturali, scelte spirituali, relazionali … un tessuto ed una filosofia di fondo che ci “accomuna”, ma se questo fosse così vero … non ci si spiegherebbe come si possa essere giunti a questo punto?
Sinceramente tutto questo nuovo che avanza, a livello profondo, io non lo vedo … non lo sento.
Ho grandissima difficoltà ad incontrare le persone sui contenuti ... ed ancora di più sui comportamenti che ne dovrebbero conseguire, anzi, verifico quotidianamente come l'assenza di queste Premesse crei, in genere, la ripetizione pedissequa dei difetti di sempre, del limiti di strumentalità e di sfruttamento delle “carrozze movimentiste” che sono via via passate .
Non è un caso, purtroppo, che una volta arrivati a “sedersi” spuntino opportunismi, voltafaccia, corruttela, adagiamenti ed adeguamenti al peggio. Non è un caso che il PD risucchi e facogiti SeL … che la signora Spinelli cambi idea ad ogni piè sospinto, che la sinistra si unifichi porima delle elezioni e si smonti subito dopo. Che ogni mattina veda la nascita di un nuovo presunto leader, che forma la sua truppetta cammellata in nome dell'Unità della Sinistra.
Non è la Natura Umana e l'inesorabilità del destino della specie che ci fottono puntualmente, la competitività, la tendenza alla svendita ideale, la Kultura del Potere (mi si passi l'infantilismo di questa kappa), la strumentalità, l'opportunismo, l'abuso nella frequentazione del “mostro Pragma”, … queste degenerazioni, questi limiti non son nell'ordine delle cose, non sono l'ineluttabile, ma derivano direttamente dalla carenza di fondamenti e premesse … dal fatto che alla base non esiste affatto condivisione ed acquisizione comune.
Non c'è per nulla una filosofia ed una spiritualità (ed eccolo che ritorna con questa parola insensata) di fondo, condivisa ed altra, soprattutto altra, rispetto al pensiero unico ed alla cultura dominante, non esiste alternativa alla spiritualità imposta. Ed è quest'assenza di basi e di “fondamentali” che ogni volta ci “umilia e ci disfa”.
Non l'abbiamo una cultura alternativa … la stavamo costruendo, ma l'abbiamo perduta, sono entrati come elefanti in una cristalleria e ce l'hanno portata via ed ora ce la rivendono in comodo format, pagabile anche a rate, fruibile con facilità previo abbonamento … a disposizione a prezzi imbattibili.
Questo è il problema e non è un problema secondario, ma è la causa prima d'ogni nostro fallimento.
Noi parliamo di un altro mondo possibile, ma non lo vediamo … e non perché siamo stupidi o limitati, ma perché non ne abbiamo i mezzi e le qualità spirituali … e siamo talmente arroganti da non risonoscerlo.
A mio umilissimo ed inutile parere, l'AreA di Progresso e Civiltà si formerà esattamente nel momento in cui accetteremo la responsabilità ed il carico di parlarne di condividere il senso ultimo e profondo delle due acquisizioni Progresso e Civiltà.
Di comprenderne e fare nostro, come scelta di vita e di percorso il loro senso ed il loro “racconto”.
Noi ci poniamo spesso un problema di linguaggio, ci arrovelliamo sul perché non veniamo compresi, seguiti, ma il linguaggio è conseguenza dell'Essere, non è uno strumento, non solo, la sua “intensità” deriva da quel che c'è dietro … non basta la forma … non per un messaggio empatico. Non per descrivere e narrare la qualità del cambiamento di cui questo mondo ha “tremendamente” bisogno.
A suo tempo Terzani ci disse che la prossima “rivoluzione” sarebbe stata “spirituale”, non sbagliava e non tanto e non solo perché si sia avviati su quella strada, non è così purtroppo, ma perché non esisterà alcun cambiamento che non passi di lì.
Sino a quando ci accontenteremo di qualche cosa di meno non faremo altro che “sostituire” una elite di potere con un'altra che si muoverà sui medesimi valori di fondo, che ne condividerà la cultura , la spiritualità ed i metodi pratici...nella sostanza nulla cambierà.
Vi è, per finire, una frase famosa attribuita ad Einstein, Molto citata, ma scarsissimamente praticata, che dice:
NON POSSIAMO PRETENDERE CHE LE COSE CAMBINO SE CONTINUIAMO A FARE LE STESSE COSE.





giovedì 26 giugno 2014

Minoritarismo e Governo

 
Il risultato elettorale del 25 maggio ha determinato la schiacciante vittoria di Renzi, il ridimensionamento del Movimento 5 stelle, la sconfitta del centrodestra e ulteriori divisioni nella meravigliosa sinistra Italiana, sempre super criticona, super intellettuale, super scissionista.
Tralasciando le analisi generiche su Renzi, il PD, Grillo, le riforme, i nazisti in Europa, la voglia degli Italiani di avere il solito capopopolo da criticare e dare responsabilità, voglio soffermarmi sulla condizione della Sinistra, in particolar modo di Sinistra Ecologia e Libertà, ma non solo.
Nascono in seguito al 4% raggiunto dalla Lista Tsipras centinaia di Sinistre Unite che lottano in maniera disunita per la supremazia dell'unità.
Ognuna è portatrice sana di socialismo e comunismo.
Queste Sinistre, ovviamente , vengono tutte dopo di "Sinistra Unita- AreA di Progresso e Civiltà"- che nasce anche prima della lista "L'altra Europa con Tsipras".
Poi vista la grande vittoria, ecco che i funghi spuntano.
Ora siamo pronti a unire queste cellule per creare un tessuto, che possa diventare organo adatto a ridare alla Sinistra la sua identità popolare, la sua idea di organizzare la società in maniera equa, solidale, socialista.
A proposito di Socialismo, paradossalmente il PD con Renzi, che è il leader meno di sinistra che esso abbia mai avuto, si è iscritto al Partito del Socialismo Europeo, senza ragioni politiche ma solo di opportunità elettorali, dato che Schulz è fautore delle larghe intese con la Merkel.
Ma la domanda è: fa di un iscritto al partito Socialista, l'esser socialista, come fa il partecipar ad una messa un vero Cristiano? oppure bisogna agire come tali?
Queste però sono divagazione che fanno da premessa al senso del titolo del mio post.
Passiamo a Sinistra Ecologia e Libertà che si domanda vogliamo essere Sinistra di governo o seguace del  Minoritarismo?
Quindi in SeL c'è chi sostiene che, la Sinistra Unita derivante dal 4 % della Lista Tsipras è solo una accozzaglia di nostalgici, comunisti che puntano all'identità minoritaria, alla appartenenza ad un opposizione perenne, un antisistema che non collabora per le cose concrete, necessarie al paese.
Si suppone che il futuro partito della Sinistra Unita possa essere solo un ulteriore progetto destinato all'archiviazione dei perdenti, che non avendo un progetto di alleanza col PD non potrà mai contare nel destino del paese.
Si sostiene che gli 80 euro sono una cosa di sinistra è va per questo votata in parlamento.
Si Tralascia che il decreto Irpef sia ben più strutturato e chiaramente contorto ai fini di riavere in modo diverso quel che viene dato, con tagli ai servizi impliciti al decreto stesso.
Si tralascia che quello è un Decreto propagandistico e che votandolo si legittima la propaganda Renziana.
Quindi SeL si domanda vogliamo stare con la Sinistra che è sempre e solo opposizione? propensa al essere minoranza? Mal disposta ad alleanze su temi ritenuti degni del proprio "essere " sinistra?
Io rispondo che, la Sinistra ha senza dubbi voglia di governare i popoli, possibilmente uniti e solidali.
La Sinistra ha necessità di governare con i mezzi più democratici e partecipativi possibili.
La Sinistra vuole governare per fare quelle leggi che servono alle famiglie, ai lavoratori, ai cittadini, ai disoccupati, ai giovani, agli anziani, all'ambiente, di governare oltre che per il benessere materiale e economico, anche per un benessere psico-fisico in un sistema non stressato più dal terrore capitalista, le sue guerre, le sue suddivisioni in ghetti, le sue contraddizioni e ingiustizie.
Ecco allora che io intendo una sinistra di opposizione, nel senso che si schiera contro il sistema che ha creato questa crisi, contro quelle catene della finanza, delle fredde leggi del mercato e della paura di non restare nemmeno più con un minimo di dignità in tasca.
Allora io dico, ma di quale minoritarismo parliamo?
 Le problematiche che la Sinistra deve affrontare sono estremamente maggioritarie, e mi stupisco quando penso che ne siamo proprio Milioni e Milioni  che subiamo quelle ingiustizie e pure non ci uniamo in un solo schieramento che ci possa rendere felici.
Invece se intendiamo di essere governativi, nel senso di complici con le politiche "democratiche" attuali, nel senso di abbassarci a richiedere qualche sottosegretariato o poltroncina, per spostare gli equilibri a sinistra nel PD, allora non solo non siamo d'accordo, ma crediamo che sia un errore politico.
Crediamo che avvicinandoci al PD saremmo schiacciati dal peso di quel 41%, anzi forse lo faremmo diventare 45% in futuro.
Crediamo che ponendoci come costola a sinistra del PD, ci frantumeremo immediatamente e con molto dolore.
Quindi essere fiancheggiatori del PD, tentando di spostarlo a sinistra , andremo nell'Area "Civatiana, saremmo dei doppioni che come abbiamo potuto riscontrare, sono un tentativo vano.
La soluzione allora è solo una Sinistra Unita col 41% alle prossime elezioni?
La domanda è cattiva, ma la risposta è una: cresciamo il più è possibile e cerchiamo di influire al massimo nelle scelte democratiche del nostro paese, di qualsiasi governo.
Ma bisogna pure dire senza dubbio che con il 3 o 4% , tipo il risultato di SeL alle ultime elezioni, si rischia di non fare una bella fine, mentre magari con un 25 %  tipo del Movimento 5 stelle, allora si che puoi andare dal Governo e dire, noi siamo il 25 % degli Italiani, facciamo questi punti per noi fondamentali e sì che abbiamo la "sostanza" per combattere con i "grandi".
Ovviamente il 25 %, in queste condizioni è un risultato spropositato, ma dico di rimanere fermi sui nostri ideali per essere avanguardia produttiva, concreta sul territorio per le politiche sociali di assistenza e supporto alla povertà e all'emarginazione, cosa che farebbe di noi comunque la realtà politica più concreta di qualsiasi altro governo degli annunci e delle riforme; se poi si raggiungono quote di elettorato più numerose, allora ci possiamo rafforzare e potremmo essere in grado di farci sentire da qualsiasi interlocutore politico..
In tal caso, andremo senza timore da chiunque voglia fare con noi provvedimenti per il popolo, che siamo noi stessi non solo per un sostantivo astratto e lontano, andremo a discutere con le carte in regola e non per far dispetto a qualcuno che è stato prevaricante nel proprio partito!
Siamo per la Sinistra Unita che vuole essere di governo in quell' AreA di Progresso e civiltà a cui apparteniamo.
 
Ettore Davide Coscione

lunedì 23 giugno 2014

PER L'UNITA' DELLA SINISTRA: PERCHE' CHIEDIAMO DI UNIRVI A NOI



LA NOSTRA VISIONE

Per noi essere di Sinistra significa credere in una politica fondata sulla giustizia sociale e sull'ascolto, condivisione e rappresentazione degli interessi e dei bisogni dei lavoratori e dei ceti popolari. Significa agire, pensare ed essere altro che non dei collaboratori e dei servi dell'unico pensiero, significa accettare la sfida di una spiritualità complessa, che si integra, che scopre di essere parte di una unità e non padrona del pianeta, che condivide, che partecipa e che solidarizza, che rinuncia alla competizione per proporre la condivisione.
Ben consci esista chi ha tradito e screditato i valori che l'hanno caratterizzata nella sua storia, ma che ancora si arroga d'esserne portatore ed interprete (i governi di centrosinistra; il Partito Democratico), restiamo convinti serva recuperare quanto di meglio la Sinistra ha elaborato nel suo lungo cammino: i movimenti di lotta per l'emancipazione dei lavoratori, la loro presa di coscienza e di identità. La Sinistra delle Leghe e delle Società di mutuo soccorso. La Sinistra comunista, socialista, liberalsocialista, anarchica, ambientalista, dei beni comuni.
La Sinistra che implementa e crea un suo circuito, che ribalta le leggi di mercato, che le stravolge laddove necessario con il medesimo arbitrio di chi le ha piegate alle proprie esigenze (pur essendo una sparuta minoranza). Forte, da una parte, della propria rappresentanza popolare, dall'altra di una cultura altra, di un percorso diverso, di un altro pensiero, di un'altro modo di vedere e percepire il mondo che ci circonda.
Bisogna dunque superare divisioni oggi incomprensibili ed anacronistiche e ritrovare l'essenza, l'identità, il significato autentico dell'essere di Sinistra: trasformare – seguendo gli ideali di uguaglianza, libertà e fratellanza - la società e l'organizzazione capitalistica dei rapporti economici che largamente la determinano per consentire ad ogni essere umano, liberato dal bisogno, di poter esprimersi pienamente nelle proprie attitudini, nel proprio talento, nella propria ricerca della felicità.


Anche per questo

Noi ci riconosciamo nella Costituzione nata dalla Resistenza che riteniamo non già da difendere ma da attuare, cambiando i rapporti di forza sociali e politici in essere.
Noi crediamo, così come indica la Costituzione e combattendone strenuamente le degenerazioni, nel ruolo dei partiti, dei sindacati, dei corpi intermedi, di tutte quelle forme di organizzazione attraverso cui i cittadini partecipano alla vita democratica e concorrono collettivamente alla definizione del bene comune.
Il finanziamento dei partiti e la retribuzione degli eletti, entro limiti decorosi e moralmente compatibili con le retribuzioni medie dei lavoratori, sono necessari se non si vuole che la politica sia appannaggio esclusivamente dei ricchi e dei potenti.
Noi pensiamo che non saranno il mercato, la crescita, la competitività, l'impresa liberata da regole e da tasse, l'estensione del precariato ad assicurare a tutti lavoro e benessere.
Noi crediamo nella necessità di un controllo collettivo e pubblico sull'economia che si realizzi sia attraverso l'intervento dello Stato che attraverso forme di autogestione delle aziende e dei beni comuni per garantire l'equa distribuzione della ricchezza, la razionalità dell'impiego delle risorse, la piena occupazione, la compatibilità delle attività produttive con la salute dei cittadini ed i limiti posti dalla natura, la presenza dell'Italia nei settori strategici dell'economia.
La democrazia può esistere solo se la politica non è presa in ostaggio da ristrette oligarchie economiche.
Noi pensiamo che sia necessario reinternalizzare nelle strutture della pubblica amministrazione produzioni, servizi, la progettazione e l'esecuzione delle opere pubbliche per combattere criminalità organizzata, evasione fiscale, corruzione.
Noi crediamo che l'intervento pubblico nell'economia, perché non si trasformi in ossessivo potere burocratico, debba essere soggetto a regole di trasparenza, al controllo ed alla partecipazione attiva dei cittadini e debba integrarsi con forme di autogestione di siti produttivi e dei beni comuni e con l'iniziativa economica privata compatibile con il bene pubblico.
Noi crediamo che tutte le conquiste dello Stato sociale – la scuola pubblica, la sanità pubblica, la previdenza pubblica, l'edilizia pubblica – debbano essere rafforzate e rese più efficienti e non smantellate e privatizzate, per garantire l'uguaglianza e la piena integrazione dei cittadini nella società.
Noi crediamo che l'essere umano realizza pienamente sé stesso – in un quadro di valori rappresentato dalla pace, dalla fratellanza, dalla solidarietà, dalla necessità di un rapporto armonioso con l'ambiente naturale, dalla centralità dell'istruzione e della cultura e della preservazione del patrimonio artistico e archeologico - in una società della condivisione e della cooperazione e non in quella dove la competizione è il valore assoluto.
Noi crediamo nella laicità dello Stato rispettoso delle scelte personali dei credenti e dei non credenti.
Tutto questo – l'insieme delle politiche economiche, sociali, ambientali - richiede di abbandonare i dogmi dell'austerità e del pareggio di bilancio, di ripensare gli strumenti e i metodi di finanziamento della spesa pubblica per le quali lo Stato deve riconquistare la propria sovranità liberandosi dalla dittatura dei mercati, di combattere perché tutto questo possa diventare compatibile con le regole dell'Unione Europea.

Noi pensiamo che per restituire alla Sinistra di Alternativa la centralità politica e sociale che le compete, tenuto conto dei formidabili fattori di distorsione della sovranità popolare che abbiamo di fronte (il dominio delle élite economiche, la subalternità nei confronti di alcune potenze straniere a partire dagli Stati Uniti, l'informazione asservita al potere, la criminalità organizzata, la corruzione e il voto di scambio, il ruolo delle gerarchie vaticane) sia necessario:

Unire organizzativamente le forze di tutti coloro che non si rassegnano al dominio incontrastato del capitalismo e del liberismo.

Affermare con rigore e intransigenza la nostra diversità e la nostra estraneità alle passate esperienze del centrosinistra e a questo Partito Democratico con il quale non è possibile alcuna alleanza e condivisione di responsabilità di governo nemmeno a livello locale.

Denunciare senza reticenze il ricorso alla guerra e l'attentato ai diritti inviolabili dell'essere umano in ogni parte del mondo e da chiunque vengano perpetrati e dunque evidenziare anzitutto le evidenti responsabilità al riguardo di Stati Uniti ed Israele.

Adottare un linguaggio ed uno stile nella comunicazione ad un tempo radicale e popolare capace di parlare alla testa, al cuore e alla pancia delle persone.
Crediamo, peraltro, che questo non debba essere frutto di una verniciatura esteriore di convenienza o di marketing ma derivare dalle scelte comportamentali e di vita, in modo naturale e conseguente. Siamo convinti che nulla più dell'essere possa implementare, diffondere e valorizzare la nostra visione. In questa ottica è indispensabile intraprendere una grande battaglia culturale, informativa e, se necessario, di alfabetizzazione contro il profitto quale unico motore dello sviluppo economico e dei rapporti sociali. Proponendo ogni qualvolta possibile circuiti e percorsi diversi ed in diretta concorrenza con le leggi arbitrarie di un mercato senza alcuna considerazione per l'essere vivente.

Considerare assolutamente necessaria e prioritaria la costruzione di una presenza capillarmente diffusa sul territorio per affiancare e sostenere le lotte sociali ed ambientali locali e per riuscire ad avvicinare e parlare con le persone, oltre e contro le logiche del marketing politico, diventando un punto di riferimento per la soluzione di problemi e bisogni concreti.


IL PERCORSO CHE PROPONIAMO

Per noi ciò che viene prima è l'unità di tutti coloro che partendo dall'uguaglianza, dalla liberazione dal bisogno, dai diritti inviolabili dei cittadini, dal primato della persona rispetto al mercato e al profitto si riconoscono in una visione alternativa a quella dominante e che ci viene imposta come l'unica possibile.
Di fronte a questa visione la scelta delle soluzioni concrete e delle tattiche contingenti passa in secondo piano e deve essere il risultato di un dibattito e di un confronto libero e approfondito tra chi aderisce con lealtà e convinzione ad un progetto unitario.
Siamo troppo pochi e troppo poco visibili per accettare di dividerci, prima ancora di esistere come forza organizzata ed ampiamente insediata nella Società, nel momento in cui si appresta a dispiegarsi in tutta la sua violenza antisociale e antiegualitaria il progetto liberista e di esproprio di ciò che resta della democrazia nominale condotto da Matteo Renzi con il sostegno dei grandi potentati economici e del mainstream informativo.
Ma perché tutti possano sentirsi parte di un progetto comune è necessario che a tutti sia data la possibilità di concorrere ad una sintesi condivisa e questo può realizzarsi solo attraverso l'elezione di una Costituente della Sinistra secondo il principio “una testa, un voto”: i delegati della Costituente devono essere scelti, in rappresentanza delle mozioni che verranno presentate, da tutti coloro che hanno deciso di aderire al costituendo nuovo soggetto politico.



IL NOSTRO RUOLO

Noi vogliamo essere un movimento d'opinione organizzato per stimolare, sorvegliare, influenzare, secondo le linee che abbiamo indicato, il necessario processo di ricostruzione e di unificazione della Sinistra che si è aperto con la lista l'Altra Europa con Tsipras.
Non contro ma insieme ai partiti ed ai soggetti collettivi della Sinistra, alle personalità del mondo intellettuale e del giornalismo che hanno promosso la lista Tsipras e ai comitati che si sono costituiti sul territorio per sostenerla.
Ciò che noi vogliamo non si ripeta dell'esperienza della lista Tsipras, pur riconoscendone l'indiscutibile valore, è l'esproprio della direzione della costruzione di un nuovo soggetto politico da parte di vertici (si tratti di garanti autonominati o di segreterie di partito) senza la legittimazione di un esplicito mandato da parte del popolo della Sinistra. E ciò se si vuole costruire davvero una Sinistra unita e plurale, se non si vogliono alzare muri dentro la nostra stessa area politica.
Per questo, poiché temiamo che ancora una volta egoismi e personalismi, miopi calcoli di interesse e di potere possano ostacolare il necessario processo di ricostruzione di una Sinistra in grado di recitare un ruolo centrale nella Società e nella Politica, chiediamo alle compagne, ai compagni, ai gruppi che condividono quanto qui abbiamo esposto di unirsi a noi, aderendo al nostro Movimento, e di fare fronte comune per non perdere anche questa occasione: davvero non c'è più tempo e non possiamo permetterci altri fallimenti.

Per aderire scrivere all'indirizzo mail: sinistraunitaitaliana@gmail.com

SINISTRA UNITA - AreA di Progresso e Civiltà

FRA CONFLUENZA E PROMISCUITÀ … CHE SINISTRA È ?




Di Giandiego Marigo

Comprendo, per carità e solidarizzo con il dramma interiore e profondo di Vendola e dei Vendoliani, i praticanti della terra di mezzo: fra sinistra e PD … fra GUE e PSE … fra color che son sospesi.
Capisco, davvero, e non sottovaluto nemmeno per un secondo il discorso di Niki e la sua prospettiva, ma non sono d’accordo! Non posso pensare che alla sinistra (quella vera, quella che ancora ha qualche diritto a definirsi tale, pur nell’inadeguatezza della definizione) resti la sola scelta fra confluire, collaborare servilmente o scomparire silenziosamente. Non ci sto!
E non è minoritarismo demente ed ignorante, massimalismo libresco ed un poco demenziale, ma la convinzione profonda che dietro a quest’AreA, covi un pensiero altro ed una spiritualità complessa, la convinzione cioè che l’alternativa non sia una pratica utopistica, ma una strada del possibile, anzi l’unica strada possibile, per riconsegnare il mondo ad una dimensione accettabile e umanamente vivibile.
Non pensiate che queste dichiarazioni siano di principio o generali, non lo sono e sono tutt’altro che banali. Le scelte Vendoliane non derivano da gusti personali od unicamente da interessi immediati e poltroniferi, certo esiste questa componente, ma è inserita in una più generale analisi di “necessità pragmatica”, di “possibilità reale di influenza e modifica”, deriva da un’analisi del mondo e dell’intorno … sbagliata e rinunciataria a mio umilissimo parere, ma realistica.
Le “motivazioni” che giustificano le azione di Niki e dei suoi emuli traditori che hanno recentemente “migrato” verso più comodi lidi è “squisitamente” pragmatica, la lettera di Fava lo dimostra al di là di ogni dubbio.
La Sinistra, che io preferisco definire “AreA di Progresso e Civiltà” che stiamo faticosamente e dolorosamente “proponendo” non è e non può essere “Rifondazione2.0”, ma sicuramente non può premettere un asservimento forzato dallo “stato delle cose” ad un partito centrista, neo-democristiano, oggettivamente asservito alle elite finanziarie europe e lontano dal socialismo alcuni anni luce … e non mi si parli di PSE e di “Quadro Europeo o Mondiale” , non siamo fra ingenui ragazzini, molti fra noi hanno lunghe pezze di “militanza severa” ed anche i “movimentisti” più giovani ed ingenui sanno che il PD è ed è stato da lungo tempo, pompiere, avversario, tappo, freno, argine … e che “oggettivamente” è “struttura pensante” dell’attuale sistema, non solo garante, quindi , ma motore.
Una relazione “politica” con le truppe ed il comando Neo-democristiano è , forse , necessaria … non possiamo chiuderci in una rocca d’impossibilità e di impotenza, ma essa passa dalla individuazione chiara, non compromissoria e “fortemente definita” di un “pensiero autonomo ed altro”, dalla visione precisa e contornata di uno “sviluppo diverso in un mondo diverso”. Questo deve essere premessa ed ancora questa dichiarazione è tuttaltro che banale, perché la sua rinuncia è la forca caudina sotto la quale passare per accedere al mondo dei mangiatori di lenticchie, che è quello che Vendola ed amici stanno praticando in nome del “pragmatismo”.
Che questo mondo poi si divida fra “confluenti” e “collaborativi” è, in qualche modo, ridicolo e divertente … anche se grottesco e fortemente ironico, ma esso parte dalla premessa rinuncia all’alterità della visione,una rinuncia sostanziale al cambiamento in nome dell’emendamento di quel che c’è … ma questo non è sinistra, non è socialismo e non è cambiamento.
Non è evoluzione, non è movimento, non è nulla … è il “Grande Nulla” della terra di mezzo dove il povero Gramsci morirebbe d’inedia e di torpore.
In questo senso i Fava, i Migliore, le Boldrini sono emanazione diretta e filiale (ha ragione Vendola su questo) del pensiero rinunciatario che ha infettato SeL.
Il mio non vuole essere un attacco sconsiderato ed isterico, non ho alcun interesse in questo, le differenze fra me e la gente di SeL sono davvero di scarsa rilevanza di fronte all’esigienza “drammatica” che hanno questo paese e l’intero pianeta di un’AreA di Progresso e Civiltà.
Ma essa, anche per l’importanza della definizione, non può che derivare dalla presa di coscienza e di responsabilità rispetto all’alterità del cambiamento, alla necessità di intervenire sui “meccanismi sistemici” per instaurare un mondo diverso da questo…e questa non è un’utopia, ma una premessa.
Questo Niki lo sa benissimo, tanto è vero che lo usa a piene a piene mani nel suo “normale” affabulare, ma vi è una differenza di sostanza fra il dire ed il fare … fra l’essere e il dichiarare.
E , questa differenza, nel progetto originale (sul quale , si badi, potremmo persino essere tutti d’accordo) che mosse SeL era stata individuata … ed immediatamente dimenticata.
L’abbraccio del PD è mortale, si può pensare ad infilarcisi, per aprirci contraddizioni e spostare, solo quando si sia forti, definiti e vaccinati, solo quando si abbia davvero una cultura ed un mondo da proporre e possibilmente una spiritualità salda ed indiscutibile sulla quale fare affidamento quando le sirene si mettono a cantare.

Bandiera Rossa, ridiventa straccio, affinchè il più povero ti sventoli”
                                                                                                              (Pier Paolo Pasolini)


sabato 21 giugno 2014

La Patrimoniale possibile


di Maurizio Zaffarano

E' dall'inizio della Grande Crisi esplosa nel 2007-2008 che si parla in Italia e nel mondo, a dire il vero negli ultimi tempi sempre di meno, dell'opportunità/necessità di imporre un'imposta sui grandi patrimoni, nella versione radicale di Modiano o in quella soft della CGIL o quantomeno di un aumento della tassazione a carico dei più ricchi auspicata perfino da miliardari come Warren Buffet o Carlo De Benedetti.
E questo sia per trovare risorse per riequilibrare i conti pubblici, di fronte alle crisi del debito, sia per redistribuire redditi a favore dei ceti popolari (i dati Istat ci dicono che la quota di reddito nazionale destinata al lavoro è passata dal 72 per cento del 1992 al 67 per cento del 2012), sia infine per incentivare le attività produttive spostando la tassazione dal lavoro e dall'impresa verso la rendita (cioè i proventi derivanti dalla mera proprietà di beni, siano essi capitali o immobili, senza lo svolgimento di alcuna attività).
Di fatto i governi che si sono succeduti in questi anni di Grande Crisi (Berlusconi, Monti, Letta, Renzi) hanno tutti respinto questa eventualità e la crisi è stata pagata in massima parte dai ceti medio-bassi con la disoccupazione causata dalla chiusura di centinaia di migliaia di imprese ed esercizi commerciali, con l'aumento della tassazione, con la riduzione del reddito indiretto costituito dalle prestazioni dello Stato sociale. In realtà vi è stato anche un aumento della tassazione sui beni patrimoniali (con la revisione dell'ammontare dei bolli sui depositi finanziari e delle aliquote sugli interessi, con l'ICI, IMU, Tasi o comunque siano state chiamate le varie forme di imposizione fiscale sulla casa) ma senza criteri di progressività e dunque ha colpito anche qui soprattutto i ceti medio-bassi. La crisi del mercato immobiliare (con una perdita media del 20 per cento del valore nominale degli immobili residenziali rispetto ai prezzi pre-crisi, a causa della recessione e dell'aumento della tassazione sulla casa) ha costituito un ulteriore colpo fatale per le condizioni economiche dei ceti medio-bassi, colpendo la principale forma di risparmio degli italiani, la casa appunto, ed impedendo di poterne monetizzare il valore, stante l'impossibilità o l'estrema difficoltà di vendere, in caso di bisogno. Di fatto una vera e propria patrimoniale che però non è stata pagata dai ricchi e non è andata a vantaggio dei conti pubblici.

giovedì 19 giugno 2014

E' solo un problema Italiano?


In questo paese non si può fare nulla. In questo paese c’ la corruzione , in questo paese i politici rubano, in questo paese siamo pecore che votano l’uomo forte, che sia Renzi, Grillo o Berlusconi. In questo paese c’è il debito pubblico della Dc e del PSI, ma anche il PCI…
Dobbiamo solo espatriare in Germania, in Inghilterra, negli Usa  etc etc

Se questa fosse la soluzione allora il mondo avrebbe due distinte società: una giusta e una ingiusta, basterebbe prendere i provvedimenti adeguati a far diventare tutte le società giuste.
Il modello sarebbe esistente e con un po’ di impegno si potrebbe fare.
Invece analizzando la politica Italiana in numeri, capiamo che quel  13, 7 % di disoccupazione generale, quel PIL negativo, i dati sulla corruzione, sull’evasione, sull’inadeguatezza delle amministrazioni  della Cosa Pubblica, l’incapacità delle Università a fare classe dirigente capace, il sistema clientelare della politica che si associa alle mafie, il sistema di potere che crea numeri di occupati nelle pubbliche amministrazioni, sono solo un aggravante rispetto al resto.
In fondo l’Italia ha un equilibrio stabile in un contesto non “legale”.

Ma andiamo a spulciare le realtà estere, andiamo a vedere come vivono i disoccupati, i poveri, gli emarginati in Germania, Inghilterra e USA.
Andiamo a vedere come la precarietà dei Mini Jobs o l’ingiustizia dei nuovi contratti nel distretto di Detroit,
la sanità poco pubblica, la povertà nei ghetti delle minoranze sociali e etniche siano una realtà o meno.
Poniamoci la domanda: ma questi stati paradiso, lo sono davvero?
Quindi scopriremmo che in Inghilterra :
“Il tasso di povertà è triplicato da quanto prese il potere Margaret Thatcher nel 1983: 18 milioni di persone non hanno una casa. Il Regno Unito, una delle potenze industriali mondiali, vive di contrasti simili al Terzo Mondo… Che non riesce a sfamare adeguatamente mezzo milione di bambini”
Il sistema ultraliberista del miracolo Thatcheriano è un metodo per ampliare di più quella forbice tra ricchi e sempre più poveri. L’avevamo già detto? Ora ne siamo sicuri.

In Germania poi c’è la falsa cura dei Minijobs, che fanno diminuire nominalmente la disoccupazione ma non si preoccupano se il lavoratore poi riesca a soddisfare i minimi bisogni necessari a vivere, ne se quei tipi di lavoro vadano a ledere i diritti generici degli stessi.
Ed ecco che dicesi dei Minijobs:

“Si tratta di lavori con uno stipendio massimo di 450 euro mensili e con un limite di ore (almeno formalmente) di 15hh settimanali (il 1° di gennaio del 2013 è stato approvato l’aumento da 400 a 450 €)…Il modello tedesco dei minijobs  sta consacrando una casta di persone impoverite, incapsula la popolazione e produce  una segregazione per età e per sesso…. iminijobs daranno loro diritto solo a 3,11 euro di pensione al mese per ogni anno di lavoro”
Poi  vogliamo passare al mito americano?
In America l’occupazione è in crescita, grazie all’intervento diretto dello stato e della banca centrale FED.
Ma a che tipo di condizioni? Nel distretto di Detroit un operaio con le stesse mansioni e qualifiche, assunto negli ultimi anni ha una retribuzione inferiore del 50% rispetto a quelle contrattuali di un operaio di 10 anni fa. Parliamo di stipendi di operai, buoni, ma non di gente che prima era ricca, quindi la metà di questo è per la sopravvivenza  adir poco difficile.
Poi sappiamo che Obama non è riuscito imporsi al congresso , contro le potenti Lobby , per un servizio sanitario nazionale Pubblico.
E dunque vediamo che in America accade che:

“Le tendopoli nascono come delle comunità improvvisate e poi, con il tempo, diventano quasi delle cittadine in miniatura: hanno una loro organizzazione interna e, a volte, anche un “sindaco”. Alcune sono tenute con cura, altre traboccano di rifiuti. Alcune sono riconosciute dallo Stato, molte no…Accampamenti e tendopoli nascono per un motivo: la sopravvivenza”

 Ovviamente queste tre realtà descritte sono una parte delle molteplici problematiche mondiali in termini di miseria e povertà e ho preferito citare quelle presenti nelle nazioni da noi osannate e citate come esempio di civiltà.
Non vi sarà MAI progresso dove si permette la miseria e la povertà, non vi sarà civiltà dove la legge della sopravvivenza è l’unica possibile.

Ecco perché dobbiamo e vogliamo cambiare SISTEMICAMENTE il mondo e le nostre società, creare una Sinistra Unita, Internazionale, che sia AreA di progresso e Civiltà che serva da esempio per l’intero mondo e che quindi possa dare un messaggio anche di rottura totale dalla schiavitù delle catene dell’egoismo e del capitalismo.

Per noi la #Sinistra Unita-AreA di progresso è civiltà  è solo l’inizio della soluzione ai problemi descritti in precedenza.

Ettore Davide Coscione

Fonti: La Repubblica, informazione consapevole, L’olandese Volante.

venerdì 13 giugno 2014

L'EDITORIALE DEL COMPAGNO ROMEO




(dedicato)

Oggi ero in quel luogo che mi tocca chiamare lavoro,in questi tempi di disoccupazione e miseria, ho un tirocinio in borsa lavoro non finalizzata, come invalido civile(80%) presso un'associazione. Sono cattolici (è un'associazione ricca, molto introdotta e fortemente controllata dalla curia … anche se in modo soft ed indiretto) nulla in contrario, si impegnano molto nel volontariato e sono assolutamente brave persone. Non ho nulla contro di loro, io sono diverso, la mia spiritualità si muove in altro modo , non controllato e preordinato...ma restano brave persone.
Hanno una caratteristica che definirei ideologica ed uso questa parola sapendo quel che dico, che li accomuna e che non è per nulla strana nel Lodigiano … da cui scrivo. Vivono politicamente e relazionalmente in quell'area grigia, che qui da noi ed in tutto il paese, tutto può e tutto fa. É un'area strana che nasce dalle sacrestie per conquistare Meeting, Expò, Movimento Cooperativo, TAV, Assistenza Sanitaria per sostituire la Carità al Diritto, per riempire i buchi sempre più grossi d'un Welfare in via di svendita e privatizzazione. In buona sostanza, sono democristiani, veraci, ex sindaco DC, ex assessori, si aggira non visto ma presente persino qualche amico ex ministro e si mormora che vi siano amici ben in sella persino in questo preciso momento.
Bene che ci frega direte voi? Adesso vi dico!
Oggi stavo facendo il mio lavoro e mi è capitato di assistere ad un siparietto, che a suo modo diviene “sintomatico e rivelatorio”.
Un ex sindaco, un ex direttore bancario, un paio di tecnici dirigenti della SNAM (ex), tutti rigidamente e d ideologicamente ex-democristiani, se la chiacchieravano “entusiasticamente” sulla Grandezza del “manico” di Renzi che ha cacciato i comunisti dalle leve di comando del PD. Che ha “sostituito” tutti i referenti nei “posti giusti” (letterale) con uomini suoi … in particolaresi compiacevano della marginalizzazione di Mineo e della sua banda (letterale). Ora io sono abbastanza vecchio per avere conosciuto la DC, molto bene … ed ai miei tempi era il nemico … la serva del potere. La tana dei marpioni e dei corrotti. Nemmeno Berlinguer è riuscito a convincermi che fossero amici, nonostante le sue insistenze.quando verso la fine, fra manate sulle spalle e grasse risate divertite ho sentito citare Andreotti per paragonarlo al giovane leader quarantenne … bhè ho avuto un brivido ed ho pensato a mio padre, cui dedico questo scritto che forse diventerà seriale … alla sua incrollabile fede nel sindacato in Lama, Trentin, in Berlinguer e  ... persino in Cofferati (che beffa) mi è venuto da piangere … non l'ho fatto ed ho sorriso, tanto loro sanno bene chi io sia e so che sorridono anche di questo, ma se penso a cosa Lui intendesse per Compromesso Storico (tesi che io non condividevo affatto) ed al paese che quelli come lui ci avevano consegnato perché questa teoria potesse realizzarsi … Bhè mi torna la voglia di piangere. Non fui d'accordo con loro in quegli anni, navigavo, con orgoglio, nella sinistra extra- parlamentare e nella primissima Democrazia Proletria. Se penso che in pochi anni sono state perse tutte le conquiste, tutte le garanzie, se penso a come è ridotto il mondo del lavoro mentre questi ridono...bhè ho i brividi. le lacrime ed anche qualche conato.

                                                                   il compagno Romeo



venerdì 6 giugno 2014

PECCATO!




Di Giandiego Marigo

(Questo sarebbe stato il testo dell'intervento che avrei fatto all'Assemblea dei Comitati Elettorali Pro TsipraS ae solo avessero reso possibile che ciò avvenisse ed invece come sempre si è deciso che fosse Roma e che, quindi, fosse una cosa per pochi ed addetti ai lavori)

Compagne, compagni
Si vede sin dalla scelta del luogo in cui si effettuerà quest'assemblea come, in realtà, la volontà di agire come si dovrebbe ancora manca.
I difetti congeniti, di nascita di questa lista, per molti versi entusiasmante e meravigliosa sono venuti fuori … subito, senza lasciare a nessuno il tempo di pensare o di godere più di tanto.
Quando nacque immediatamente come Sinistra Unita- AreA di Progresso e Civiltà lo dicemmo, ci sembrava stupido sostituire un verticismo con un altro, l'escamotage dei Garanti in realtà finiva d'essere la santificazione d'una forca caudina. Ma questo avvenne anche per l'incapacità, reale della base e dei movimenti di costituirsi come “Motore di quest'azione”, come gruppo di lavoro pensammo prima che avvenisse ad una lista con Syriza e Tsipras, ma l'ascolto che avevamo era scarso e la nostra voce debole … e comunque esistevano ed esistono canali preferenziali, frequentati dagli “intellettuali riconosciuti e dai politici di rango" che ci hanno in qualche modo esclusi allora ed anche ora. 
Non noi in quanto gruppetto di persone, ma in realtà il movimento, che è stato, come al solito consultato solo a decisioni prese e, diciamolo, che le prendono un gruppo di garanti auto-referenti piuttosto che una segreteria cambia davvero molto, ma molto poco.
Si è proseguito così, con forme incrociate di arroganza. Con Garanti che prendevano impegni a non essere effettivamente eletti che poi avrebbero rimangiato, ma tutto veniva tacitato in nome dell'unità necessaria e del 4% da raggiungere.
Anche se non proprio tutto il corpo che poi ha gettato sangue e sudore per le strade di questa lista si riconosceva completamente nella cerchia degli “intellettuali garanti”.
Ancora oggi lo si dimostra con questa assemblea per pochi, verticistica, per gli addetti ai lavori, ancora una volta si rinuncia ai territori che dovevano venire per primi, per privilegiare Roma Caput Mundi e chi può spostarsi, chi è del giro, in ultima analisi “quelli di sempre”.
Si è misurata questa mancanza di volontà nella questione “Spinelli” imposta dall'inizio alla fine in una ingerenza di “pessimo gusto” dello stesso Tsipras ,.. mal consigliato, evidentemente, dalla sua cerchia .
Si misura nella scelta di imporre uno scazzo che non ci appartiene ed una scelta che non vogliamo fare, pur di garantire un posto ad una signora , come minimo troppo propensa a cambiare idea.
Però tutto questo potrebbe non essere un problema se si scegliesse la strada dei Territori delle consultazioni dal basso, delle assemblee partecipative, creando un gruppo dirigente reale, riconosciuto e condiviso, ma si sceglie ancora una volta la strada di Roma. La centralizzazione, la verticalità, la decisione centrale che poi, solo dopo, viene trasmessa via via verso il basso … e questo è un errore grave, insito nella natura della sinistra italiana e che, evidentemente, nemmeno Tsipras riesce a rimediare ed a correggere. 
Quanto meglio sarebbe stato se quest'assemblea fosse la fine di un percorso e non il suo inizio?
Parlare di circolarità, di orizzontalità di partecipazione è evidentemente molto di moda, ma altro è attuarla ed a mio umilissimo parere si doveva cominciare adesso, subito, prima che il solito stile, inquinasse le acque portando la discussione al solito livello... eh sì! Perchè diciamolo il caso “Spinelli” è un arretramento su modi e stili da piccoli partiti in cerca d'autore e ci ha immediatamente riportati alla realtà d'uno stile politico, irrisolto ed arcaico, sicuramente non circolare od orizzontale e senza dubbio non partecipato.
Perchè dietro alle decisioni prese dal centro rispetto agli eletti, rispetto alle assemblee al come, al dove ed al quando, dietro un apparente ruolo organizzativo si nasconde “la solita storia” , il solito errore che ha caratterizzato ogni sperimentazione di “nuovo soggetto della sinistra”.
Quel centralismo, quel verticismo che ha sempre rovinato tutto, quella ossessione per Leader, segretari e direttivi che ha sempre guardato solo alla fine al popolo della sinistra e ai suoi desiderata. Nella convinzione tutta leninista che l'avanguardia avesse questo compito.
Ci sarebbe moltissimo da dire ancora, anche per fare la figura dei sapienti citando qualche idea programmatica, qualche astuto espediente comunicativo … ma credo che la cosa più importante sia come si costruisce il luogo in cui siamo tutti quanti, su quali premesse … in che modo e perché si scelga una strada piuttosto che un'altra.
Un lunghissimo discorso andrebbe fatto sulle fascinazioni della “Grande Madre Piddina” o anche PSE se si preferisce … sull'importanza dell'assoluta autonomia di questa AreA che stiamo costruendo dalle parabole centriste, dai progetti di austerità, dalle tentazioni liberiste e dalla collaborazione di fatto con la destra europea. 
Un altro potrebbe essere aperto sulla necessità della elaborazione ed implementazione d'una cultura altra, di comportamenti e scelte di vita che ci distinguano spiritualmente, filosoficamente, eticamente dal marasma putrescente che ci circonda …sull'importanza di essere prima di arrabattarsi in espedienti ed alchimie d'alleanza.
Infine perché anche alle cose belle bisogna dire basta ad un certo punto.
Credo che un discorso, importante, debba essere fatto sul controllo democratico dal basso, sulla partecipazione, sull'etica di coloro che sono e saranno delegati a rappresentare nelle istituzioni questa idea di mondo, perché questo è e deve essere… e da questo che verremo misurati ed in questo senso questa discussione è in realtà mai espressa ed ancora molto carente a sinistra.
#lasinistraèunaltracosa (almeno dovrebbe)
#unmondoaltrosiamonoi (e vediamo di non dimenticarcelo subito)


(questo avrei detto se fosse stato possibile all'assemblea dei comitati … ma si sa i poveri restano poveri anche a sinistra ed anche da noi per partecipare si deve “potere”)

mercoledì 4 giugno 2014

Per l'Unità della Sinistra: una proposta di metodo


di Maurizio Zaffarano

Giudicare i risultati della lista Tsipras significa trovarsi nella 'classica' situazione in cui il bicchiere può apparire mezzo pieno o mezzo vuoto.
E' mezzo pieno perché la Sinistra in quanto tale – dopo sei anni e le sconfitte della Lista Arcobaleno e di Rivoluzione Civile – riguadagna autonomamente una rappresentanza istituzionale superando la soglia di sbarramento, perché è stata sostenuta dall'abituale ma sempre straordinario impegno del suo popolo di militanti e attivisti, perché ha saputo esprimere candidature di qualità e buone proposte politiche.
E' mezzo vuoto perché la soglia di sbarramento è stata superata di poche migliaia di voti nonostante il ricatto del voto utile fosse meno potente rispetto alle elezioni politiche e perché, se ha dovuto subire il boicottaggio e l'oscuramento dei grandi mezzi di informazione, questo era ampiamente scontato e non sono state trovate contromisure efficaci; perché – se sono attendibili le analisi pubblicate sui flussi elettorali – i voti alla lista sono arrivati fondamentalmente da SEL e da Rivoluzione Civile (leggi Rifondazione Comunista) e quasi impercettibile è stato l'appeal nei confronti dei milioni di cittadini di sinistra che scelgono l'astensione, i 5 Stelle o il PD; perché non ha nemmeno avviato la ricomposizione delle divisioni storiche della sinistra tra chi chiede di organizzare la resistenza alla dittatura liberista in atto in Italia ed in Europa e chi vuole condizionare il governo dall'interno, tra la sinistra dei movimenti e della società civile e quella dei partiti.

martedì 3 giugno 2014

SEMPLICEMENTE UN APPELLO II, IL RILANCIO




Scegliamo, per questo appello, un linguaggio altro, perché è ad altro che non alla sola ragione che noi stiamo parlando, sebbene la logica ed il pragmatismo sorreggano il nostro discorso e la nostra proposta, scegliamo di parlare al cuore, agli uomini, al Signore di Shen, al padrone dei sogni.
Là dove risiedono i motivi, là dove nascono le scelte, là dove si trovano le ragioni vere per cui tutti noi siamo qui. E’ di un altro mondo possibile che stiamo parlando, della sua necessità, del bisogno reale che il grande popolo di quella che chiamammo sinistra oggi manifesta.
Del grido di dolore e dell’esigenza.
Noi non siamo più disposti ad aspettare, non siamo più disposti a rimandare, non siamo più disposti a rinunciare, non siamo più disposti a fallire. Non siamo disposti a fare passi indietro, non siamo disposti a delegare eternamente ad altri di decidere quale sia la forma ed i contenuti sui quali poi riconoscersi. Crediamo nella democrazia dal basso e nella partecipazione, crediamo nell'orizzontalità e nella circolarità, crediamo nella democrazia partecipativa. 
In un Paese devastato dal dominio di un capitalismo finanziario, distruttivo e crudele, che ha progressivamente smantellato le conquiste sociali frutto di decenni di lotte e sul quale si abbatte ormai da tempo la mannaia di una crisi sistemica senza fine e delle ricette recessive e antipopolari imposte dalle istituzioni finanziarie internazionali. In cui sin troppo spesso si spaccia per “sinistra” qualche cosa che sinstra non è (al massimo e solo sinistro) … anzi rappresenta la frontiera della collaborazione e della svendita degli interessi popolari alle elite ed alle lobbies che detengono il potere.
Non è tollerabile che i ceti più deboli – gli ultimi ed i penultimi, i disoccupati, i precari, le donne, i lavoratori, i pensionati, i disabili – cioè la maggioranza, il cuore pulsante di questo paese non riescano ad esprimere una propria diretta rappresentanza politica, che indichi la prospettiva di una società e di un modello economico diversi, fondati sulla giustizia sociale,sull'uguaglianza, sulla liberazione dal bisogno, sulla possibilità per ciascuno di esprimere il proprio talento e le proprie attitudini.
Partendo quindi dall'esperienza “parziale e discutibile” della lista L'Altra Europa con Tsipras, riteniamo si debba “spingere”, oggi più che mai, verso un confronto serrato in nome dell'unità
Oggi si parla a distesa d'una vittoria a mani basse di quello che noi riteniamo un agglomerato neodemocristiano. 
Riteniamo discutibile questa asserzione, la percentuale sempre altissima di astensionismo e il concetto stesso di rappresentanza che riteniamo malato in questo periodo storico, deformato da concetti totalitari neo-modernisti e pseudo-efficentisti pongono forti dubbi sull'affermazione… da cui, sempre più forte si profila il bisogno d'una sinistra vera che sappia riscattare e riscrivere il modo di intendere i temini Socialismo, Progresso e Civiltà
Il tacitamento della Lista “L'Altra Europa con Tsipras” durante l'ultima campagna elettorale europea ci dimostra e ci fa capire quale sia il pane, riservato, nel prossimo futuro a chi, davvero, remi contro il sistema.
Non possiamo concedere ad un volontarismo confuso, apolitico ed impolitico ed a tratti più che ambiguo uno spazio che non gli appartiene, ma che è il risultato di un vuoto che esige d'essere riempito.
Non possiamo lasciare che antichi errori e nuovi protagonismi, involuzioni centriste e forze centripete ci trascinino un'esperienza importante come la lista europea per Tsipras verso la voragine di una contiguità con il neo-centrismo liberista travestito da sinistra.
Per questo ci appelliamo a tutti i cittadini, ai movimenti e ai partiti della frammentata galassia della sinistra. Perchè l'esperienza della lista “L'Altra Europa Con Tsipras” continui, liberandosi anche laddove necessario di dubbie ed inutili “Garanzie” ed assumendo un metodo “partecipativo” rispettoso di tutta le esperienze e percorsi. Chiediamo non già la santificazione di alcune icone più o meno rappresentative, non la sostitizione di leadership con un altra, ma la valorizzazione di un'esperienza ed un percorso dfi base, condiviso e collettivo.

Ribadiamo che - ispirandoci al meglio della tradizione della sinistra comunista, socialista, ecologista e del partito d'azione - vogliamo che ai cittadini sia finalmente offerta la possibilità di scegliere un'Alternativa socialista e libertaria che contrasti la tirannia di un capitalismo sempre più feroce e che sappia rivolgersi e parlare alle persone in modo semplice e concreto. Pensiamo che ne esista il bisogno e lo spazio politico.
Guardiamo con speranza alle iniziative che vengono prese da “gruppi di intellettuali”, dalle segreterie dei partiti, da sindacalisti “fortemente e giustamente” rappresentativi, plaudiamo alle iniziative che vengono prese in difesa e per l’attuazione della Costituzione. Siamo in ascolto ed attesa del fiorire di volontà a seguito dell'esperienza europea.
Ci sentiamo però in dovere di ribadire la necessità e l’urgenza di un nuovo spazio politico di democrazia e di consapevolezza e riteniamo ch’esso non debba essere il risultato d’una combinazione chimica , ma piuttosto d’una alchimia, debba cioè nascere dal basso, nei territori, per scelta strategica di fondo e non per immediata strumentalità ed opportunità elettorale, superando quindi anche le pastoie incontrate nella creazione della lista europea ed eliminandone gli evidenti i difetti, come risposta ai bisogni reali di quella che chiameremo AreA di Progresso e Civiltà.
Chiediamo, qui ed ora, alle varie componenti in cui è frammentata la sinistra radicale e l'area dell'alternativa di dare avvio da subito ad un processo di riorganizzazione per la realizzazione di una proposta elettorale, anche nazionale, che conquisti nella società lo spazio politico che gli è dovuto.
Riteniamo che questo processo debba essere una premessa, un avvio di percorso, un primo passo necessario, ma chiediamo a tutti l’umiltà e la lungimiranza, la visione e la pazienza, già embrionalmente dimostrate con L'Altra Europa, per progettare e realizzare nel tempo una vera AreA di Progresso e Civiltà.
In vista di questi obiettivi, perché non possiamo permetterci nuovi fallimenti, noi da oggi avviamo il nostro percorso, sapendo che serve cominciare subito a lavorare per poter presentare delle liste elettorali con qualche possibilità di successo.
Ai cittadini che condividono l'idea che non c'è più tempo, che non è più possibile attendere oltre,chiediamo di unirsi a noi nella costruzione di questa Alternativa. Noi pensiamo che, nel quadro comune della Costituzione Repubblicana, antiche divisioni tra riformisti e radicali, comunisti e socialisti, marxisti e keynesiani possano oggi ricomporsi e trovare una sintesi in alcune cose urgenti da fare:

1. Il rovesciamento delle politiche liberiste imposte dall'Europa
2. Ridiscussione ed impugnazione dei trattati capestro, finanziari, politici, monetari
3. Rilancio e ridefinizione del concetto originale di “Europa dei Popoli”
4. Ridefinizione dello ruolo dell’europa nel teatro mondiale e rispetto al bene supremo e inderogabile della Pace
5. Creazione ed implementazione di una “Cultura della pace e del confronto”
6. La consapevolezza della necessità dell'intervento pubblico nell'economia per creare lavoro stabile e fermare il declino e deindustrializzazione del nostro Paese
7. La lotta senza quartiere ai fenomeni devastanti della criminalità organizzata, della corruzione, dell'evasione fiscale
8. La lotta senza quartiere alle sacche di privilegio e di parassitismo presenti nella società italiana
9. La garanzia per tutti di accedere gratuitamente o a costi politici a servizi pubblici e beni essenziali quali l'istruzione,l'educazione, la sanità, la casa, i trasporti, la connessione alla rete internet
10. La salvaguardia dell'ambiente e del patrimonio artistico
11. L'implementazione e sviluppo della “Cultura dell’appartenenza” privilegiandola a quella del “Possesso e della Competizione”
12. L'affermazione dei diritti civili e della laicità dello Stato
13. La costruzione di un movimento politico che si fondi su di una presenza concreta nella società italiana e a contatto con i ceti popolari
14. L’implementazione, lo sviluppo e la cultura delle iniziative di economia alternativa, di mutuo aiuto, cooperativistiche, no profit e solidali